Il Presidente della Provincia di Matera Mancini replica alla nota diffusa dalla dirigente del Pd Nicoletta Gentile
Nel leggere alcune dichiarazioni di chi dovrebbe essere una “dirigente” di partito, si comprende perché tante persone si allontanino dalla politica. Infatti, l’infelice affermazione di questa “dirigente”, secondo cui la politica deve entrare nel merito di dinamiche puramente gestionali, come l’affidamento di incarichi professionali, alimenta la convinzione che i rappresentanti istituzionali siano solo politicanti dediti al clientelismo e che la politica sia solo strumento per fini personali. Non credo che la “dirigente” Nicoletta Gentile ignori la separazione tra la funzione di indirizzo politico e l’attività di gestione amministrativa negli Enti Locali, che trova fondamento nell’art. 97 della Costituzione, e che perciò non sappia che nell’affidamento degli incarichi professionali, come nel caso sollevato, attività tipicamente gestionale, né gli amministratori né la politica possano (e soprattutto debbano) interferire. Gli amministratori hanno solo l’obbligo di verificare che gli uffici rispettino la legge, nella fattispecie, il codice degli appalti pubblici, e non altro. Se, però, la “dirigente” Nicoletta Gentile ha una concezione diversa della pubblica amministrazione e conosca norme che legittimamente consentano alla politica di entrare nelle dinamiche degli affidamenti degli incarichi, farebbe bene a rivelarle ai tanti amministratori che si adoperano ogni giorno a rispettare e applicare la Costituzione, il Testo Unico degli Enti Locali e la normativa in materia di appalti di servizi. Se invece, come credo, si tratta di un errore o, peggio, di una strumentalizzazione politica, tanto grave quanto maldestra, ad opera di un dirigente di un partito che fa della tutela della legalità la sua bandiera, farebbe bene lei personalmente, in primo luogo, a interrogarsi sulle affermazioni rese e sarebbe opportuno, se non necessario, che gli organismi dirigenti direttamente valutassero la compatibilità fra dette dichiarazioni e la conservazione del ruolo ricoperto da chi le ha fatte. Ne va della dignità e credibilità del partito stesso. La politica dovrebbe essere un mezzo nobile per servire la collettività, non un mezzo per piegare a interessi di parte la funzione esercitata, minando ulteriormente la fiducia nel partito che si dirige e mettendo a rischio il prestigio e il buon funzionamento delle istituzioni.