Il sindaco di Tito chiede di estendere l’indagine epidemiologica anche ai comuni rientranti nei siti di interesse nazionale
“Si estenda l’indagine epidemiologica anche ai comuni rientranti nei siti di interesse nazionale per l’inquinamento di Tito e della Val Basento”. Lo chiede il sindaco di Tito, Graziano Scavone, attraverso una lettera indirizzata al presidente della Regione Basilicata e agli assessori alla sanità e all’ambiente.
“Abbiamo già salutato con favore la notizia, risalente a qualche tempo fa, che la Regione Basilicata si sarebbe dotata di un modello di indagine epidemiologica estendibile all’intero territorio regionale”, aggiunge Scavone. “Oggi siamo ancora più convinti che lo studio Epibas, condotto dalla Fondazione Basilicata Ricerca Biomedica con altri enti scientifici, debba interessare le popolazioni e i territori rientranti nelle aree Sin”.
L’urgenza di indagare le condizioni di salute delle popolazioni residenti nei Sin è dettata dalla convivenza, da diversi decenni, con situazioni di inquinamento delle matrici aria e acqua, nel caso di Tito causata non solo dalle vasche fosfogessi presenti nella zona industriale, ma anche da altre situazioni di inquinamento, come la fuoriuscita di tricloretilene dallo stabilimento ex Daramic, che hanno danneggiato fortemente l’ambiente con conseguenze sulla salute delle persone che sarebbe importante indagare nel dettaglio.
“L’amministrazione comunale di Tito ha incontrato nei mesi scorsi gli organismi direttivi della Fondazione Basilicata Ricerca Biomedica e della Fondazione Osservatorio Ambientale, che ringraziamo per essersi rese disponibili a coordinare ed estendere, su disposizione della Regione, lo studio Epibas alle aree Sin e a realizzare un modello di sistema di gestione e monitoraggio ambientale comunale”. “Ci auguriamo quindi che la Regione Basilicata accolga la nostra richiesta e dia immediate disposizioni agli enti coinvolti per avviare da subito l’indagine epidemiologica sulle popolazioni locali – conclude il sindaco di Tito – perché è giusto restituire certezze scientifiche e serenità a quei territori che da anni contribuiscono allo sviluppo produttivo della regione e che pagano oggi il prezzo più alto: l’inquietudine di convivere con situazioni di inquinamento potenzialmente dannose per la salute e con processi di bonifica e riqualificazione ambientale che, procedendo a singhiozzi, alimentano ulteriore insicurezza sanitaria”.