Il Sottosegretario all’agricoltura, on. Giuseppe Castiglione, al Parco dell’Appennino Lucano
Si è svolto ieri mattina, presso la sede del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano a Marsico Nuovo, l’incontro istituzionale con il sottosegretario alle politiche Agricole Alimentari e Forestali, on. Giuseppe Castiglione, al quale sono intervenuti il presidente del Parco, e coordinatore regionale di Federparchi Basilicata, Domenico Totaro, il comandante regionale del Corpo Forestale dello Stato Antonio Mostacchi e il presidente del Parco Nazionale del Gargano Stefano Pecorella, presente anche in qualità di vicepresidente nazionale di Federparchi. Hanno portato il saluto il sindaco di Marsico Nuovo Domencio Vita e il presidente della comunità del Parco Ugo Salera.
Vasta e rappresentativa la platea dei partecipanti, tra i quali erano presenti l’on. Guido Viceconte, molti sindaci dei comuni del Parco, i componenti del consiglio direttivo dell’Ente Parco, i consiglieri regionali Aurelio Pace e Vincenzo Robortella, rappresentanti delle organizzazioni di categoria e alcuni produttori.
Nel suo articolato intervento il presidente Totaro ha ripercorso rapidamente alcune tappe salienti della storia agraria della Val d’Agri, dimostrandone la sua radicata vocazione al settore primario.
“L’agricoltura rappresenta per i Parchi un valore aggiunto di non poco conto –ha spiegato Totaro- specie in tempi di ristrettezze di trasferimenti statali. E questo giustifica anche l’investimento da parte degli enti gestori delle aree protette su politiche legate al turismo e alla green economy. È questa, infatti, la strada da seguire per l’avvenire dei Parchi.”
Parlando del rapporto della convivenza fra parco e petrolio, sollecitata da più parti, il presidente ha detto che “le estrazioni petrolifere sono e devono rimanere nella storia di questo Parco una parentesi temporale, magari necessaria, ma legata a una contingenza storica che va superata al più presto. La storia delle estrazioni ha condizionato notevolmente la nascita di questo Ente Parco. Se ne ravvisano i condizionamenti persino nella perimetrazione dell’area Parco.”
Passando alle proposte Totaro ha spiegato che “la salvaguardia della biodiversità ha bisogno di un’agricoltura vitale e alleata della natura, e in questo Parco coesistono diverse agricolture, tutte importanti, che esprimono produzioni genuine di origine riconosciuta. Il Parco deve essere soggetto di riferimento sul tema dei trasferimenti di innovazioni in agricoltura, e farsi promotore, ad esempio di accordi agroambientali territoriali che sono strumenti per coniugare le reali necessità delle aziende con le azioni necessarie per tutelare la biodiversità.”
Nel suo intervento di conclusione dell’incontro il sottosegretario Castiglione ha risposto alle tante sollecitazioni venute dalla platea. “Se Bruxelles assegna il 40% dei fondi europei all’agricoltura ci sarà una ragione –ha spiegato l’esponente di governo- vuol dire che è un segnale forte verso un settore su cui punta molto, e il tema del rapporto fra patrimonio agricolo e patrimonio ambientale è presente in modo chiaro alle istituzioni europee, perché il presidio agricolo è di tutela dell’ambiente e dell’assetto idrogeologico. La programmazione della politica agricola come tutela ambientale è in linea con le intenzioni dell’Europa.”
A proposito della molteplicità dei controlli che le aziende agricole devono affrontare da vari ispettorati e corpi dello Stato, Castiglione ha ricordato che “il governo, dopo due anni di lavoro ha istituito il Registro Unico dei Controlli, e non è pensabile che in un’azienda si vedano controlli da diversi soggetti. Anche nel settore della sburocratizzazione è stato fatto molto, e l’obiettivo è permettere l’accesso ai bandi europei a sportello per facilitare l’accesso ai fondi da parte delle aziende. In Italia ci sono molte eccellenze reali nella produzione agricola, e il made in Italy è legato alla qualità, ma spesso il valore di questa qualità non passa. Oggi ci sono 60 miliardi di euro di contraffazione, spesso ai danni dei prodotti italiani. La produzione va legata al territorio, ma bisogna adottare una comunicazione intelligente perché il prodotto agricolo si porti dietro anche il patrimonio di cultura e di storia che racchiude il suo territorio. Bisogna creare consorzi verso cui devono conferire tutti i produttori. Quanto alle risorse va detto che non è un problema di quantità, perché ai 680 milioni del PSR vanno aggiunte le risorse del FESR, del FSE perché occorre puntare anche sulla formazione, e altri fondi ancora, ma occorre creare tavoli di lavoro per mettere mano a una programmazione politica che punti sulle vere esigenze. “
In riferimento al rapporto con le estrazioni petrolifere il sottosegretario ha sottolineato la necessità di una “comunicazione più forte ed efficace capace di vincere chi sostiene che produrre in Val d’Agri sia un danno per le produzioni agricole, e questo va fatto spingendo sulla tracciabilità, sulla qualità dei prodotti e sulla presenza del Parco che costituisce un valore aggiunto per i prodotti.”