Il Tribunale di Matera ha omologato il primo provvedimento in Basilicata di ristrutturazione dei debiti di un consumatore
In data 5 luglio u.s. il Tribunale di Matera ha omologato, primo in Basilicata, il cosiddetto “piano del consumatore”, ovvero un piano di ristrutturazione dei debiti commisurato alla reale capacità del debitore. È la prima omologazione avvenuta in Basilicata. Il caso è stato seguito da Angelo Festa, Presidente dell’Associazione antiracket e antiusura “Famiglia e Sussidiarietà”, che ha attivato in Basilicata uno sportello sul sovraindebitameto e numerose iniziative e dibattiti per informare i cittadini sulla legge n. 3 del 2012.
L’Associazione “Famiglie & Sussidiarietà” è riconosciuta dal Ministero dell’Interno ed è iscritta nell’elenco delle Associazioni antiracket e Antiusura della Regione Basilicata. Le famiglie – ha affermato Angelo Festa – sono sempre più sovraindebitate e a rischio di usura. Molteplici sono le cause che costringono le famiglie a indebitarsi, dalla perdita del posto di lavoro, alla necessità di affrontare spese mediche, a un lutto in famiglia, a spese legali impreviste, alla perdita del potere d’acquisto dei salari e delle pensioni, a investimenti sbagliati, alla riduzione o revoca del credito, etc.
La legge n. 3 del 2012 – ha continuato Festa – offre una reale possibilità di riscatto al debitore, dal momento che può presentare un piano di pagamento anche parziale dei debiti, soggetto alla sola approvazione del Giudice.
Possono accedere alle procedure previste dalla legge tutti i soggetti non fallibili, come ad esempio i privati cittadini; i lavoratori dipendenti (privati e/o pubblici); pensionati; disoccupati; cassaintegrati; dipendenti in mobilità; professionisti e lavoratori autonomi solo con debiti personali; fideiussori di persone fisiche garanti di debiti esclusivamente personali, piccoli imprenditori; imprenditori commerciali; artigiani e agricoltori.
Il sopraddetto caso, presentato dall’Associazione antiracket e antiusura “Famiglia e Sussidiarietà”, è quello di un dipendente di un’azienda andato in cassa integrazione nel 2010 e successivamente in mobilità. L’INPS ha sempre pagato la cassa integrazione in modo discontinuo, con mesi di ritardo, creando così difficoltà nel gestire il badget familiare. La cassa integrazione era pari a circa l’80 % della sua retribuzione. Una volta andato in mobilità il compenso mensile avveniva in modo sporadico, senza alcuna programmazione. È rimasto senza retribuzione per oltre sette mesi. Tale situazione ha gettato la famiglia in gravi difficoltà economiche di fronte a spese mediche, spese per i figli all’università e alle stesse spese quotidiane, costringendola a ricorrere a prestiti di finanziarie. La debitoria è cresciuta enormemente anche perché per far fronte agli impegni assunti è stato costretto a chiedere alle finanziarie prestiti integrativi, con tutto quel che hanno comportato in termini di interessi e spese. L’esposizione complessiva verso banche e finanziarie si è innalzata a circa 55 mila euro.
Il Giudice Delegato del Tribunale di Matera, Dott. Antonello Vitale, assistito dal professionista incaricato dal Giudice, Avv. Giuseppe Tedesco, ha omologato il provvedimento di ristrutturazione del debito del consumatore assistito dall’Avvocato Elisabetta Galati. È previsto uno stralcio di circa il 67 per cento dell’indebitamento da restituire in rate mensili.
Infine – ha concluso Angelo Festa – la legge n. 3 del 2012 è molto importante per i debitori meritevoli, ma ancora poco conosciuta e per questo ci impegneremo, con incontri, dibattiti e la diffusione di opuscoli informativi, affinché la legge non rimanga inattuata.