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Il turismo in Puglia: analisi e prospettive

«Il turismo pugliese resta fortemente caratterizzato dalla stagionalità con effetti molto marcati nella dinamica dell’occupazione». È quanto emerge dal nuovo studio condotto dell’Osservatorio economico Aforisma diretto da Davide Stasi che ha elaborato i più recenti dati dell’Inps.

«Il rallentamento delle attività in alcuni mesi dell’anno fino alla totale sospensione del ciclo produttivo determinano una forte variabilità nei livelli dell’occupazione – spiega il data analyst Davide Stasi – Nei quattro mesi estivi (da giugno a settembre) il numero medio dei dipendenti è significativamente superiore al valore medio calcolato sull’intero anno e la maggiore concentrazione di lavoratori dipendenti si raggiunge tra luglio ed agosto per poi progressivamente calare tra settembre ed ottobre. Le regioni come la Sardegna, la Calabria e tra queste non possiamo non annoverare anche la nostra, che puntano prevalentemente sul turismo balneare, sono caratterizzate da una forte componente di stagionalità. I pugliesi investono ancora troppo poco nella qualità dei servizi resa ai propri ospiti e, pertanto, la redditività non può che restare bassa: è questo il tema cruciale da affrontare per lo sviluppo della nostra regione – sottolinea Stasi – Intraprendendo un percorso sostenibile, sia dal punto di vista finanziario che da quello ambientale, occorre perseguire un modello di sviluppo che possa far incrementare i ricavi e gli utili delle aziende. Solo così si potranno prevedere nuovi investimenti e, conseguentemente, creare occupazione stabile e non solo stagionale».

Dallo studio emerge che in Puglia ci sono 13.391 aziende del settore turismo con dipendenti, pari al 6,7 per cento del totale nazionale (200.991). Vale a dire che ci sono 3,4 imprese ogni mille abitanti.

I dipendenti sono 84.077 pari al 6 per cento del totale nazionale (1.394.002).
Sempre in Puglia il 50,7 per cento dei lavoratori sono uomini mentre il 49,3 sono donne.
Il 30,4 per cento del totale ha un’età compresa fra i 20 e i 30 anni e il 22 tra i 30 e i 40 anni.
Il 17,7 per cento è impiegato in servizi ricettivi e l’80,6 per cento in pubblici esercizi come bar e ristoranti. Quote marginali per gli occupati in stabilimenti termali/balneari e parchi divertimento.
Si contano 12.158 lavoratori stranieri, pari al 14,5 per cento del totale nazionale (373.987).
In tutta la Puglia le giornate retribuite per dipendente sono state, in media, 183 sull’anno, contro una media nazionale di 216 giornate.
La retribuzione media annua è stata di 9.211 euro contro una media nazionale di 12.795 euro.
Ben più alta la paga media in Trentino Alto Adige (18.349 euro), in Lombardia (15.549) e in Piemonte (14.600).
Va sottolineato che si tratta di importi che non possono spiegare la reale quantità di lavoro effettivamente prestata.

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