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Ila Valdadige di Matera: protocollo “farlocco” e assenza di dati sul monitoraggio dell’inquinamento

Evasiva e imbarazzata la risposta dell’Assessore Berlinguer alla nostra interrogazione sullo stato di attuazione del protocollo di intesa tra la Regione Basilicata, la Provincia di Matera, il Comune di Matera e la società Ila Laterizi S.r.l.. Berlinguer conferman, purtroppo, una triste (e pericolosa) verità: il monitoraggio ambientale nella nostra regione è terra di nessuno.
Nell’impanto “I.L.A. Valdadige”, situato sulla S.S. 99 Matera-Altamura, a ridosso di Borgo Venusio, quartiere alle porte di Matera, per alimentare i forni che producono mattoni (laterizi) è stato bruciato anche “pet-coke”, scarto avvelenato del petrolio: pericolosissima mistura di sostanze cancerogene come gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), benzopirene, i metalli pesanti (vanadio, nichelio), zolfo e cloro. Sostanze che possono provocare anche modificazioni genetiche, tra cui malformazioni nei nascituri.
Grazie alle numerose e (giustamente) veementi proteste del comitato dei cittadini si arrivò, nel corso del 2014, anche allo stop nell’utilizzo di “pet-coke”; fu ignorata la nostra richiesta di revoca dell’AIA, (basata su un clamoroso “errore” contenuto nella stessa autorizzazione integrata ambientale che riporta una distanza delle abitazioni di Borgo Venusio dallo stabilimento di circa la metà di quella reale inferiore ad un km: circostanza che per Berlinguer era una quisquilia. Un’altra “pinzellacchera, bazzecola, sciocchezzuola” per Berliguer: esattamente come l’assenza di dati sul monitoraggio ambientale delle emissioni inquinanti! Dopo lo stop temporaneo alla combustione della “feccia” petrolifera (il “pet-coke”), pressata da una notevole mobilitazione popolare, la giunta Pittella a luglio 2014 deliberava lo schema di Protocollo di intesa tra la Regione Basilicata, la provincia di Matera, il comune di Matera e la società Ila Laterizi S.r.l., per l’implementazione del processo di monitoraggio dello stato di qualità ambientale del territorio circostante lo stabilimento della società Ila Laterizi S.r.l. di Matera (Mt), protocollo sottoscritto il 21 luglio 2014.
“Che fine ha fatto “codesto” protocollo?” La cronologia degli adempimenti ivi indicati stata rispettata? Dalla risposta di Berlinguer pare proprio di no! Il protocollo in questione si va ad aggiungere alle tante promesse restate sulla “carta”, mai tradotte in realtà, che i governi lucani hanno fatto durante l’ultimo trentennio.
Il protocollo, “patto tra galantuomini”, prevede una chiara tempistica di monitoraggio della zona circostante durante l’attività dei forni dell’impianto Ila Valdadige di Borgo Venusio (Matera), sia con alimentazione a metano, sia a ciclo combinato metano pet-coke. Il monitoraggio prescrive espressamente “la pubblicazione e l’aggiornamento dei dati relativi ai risultati dei monitoraggi in corso di svolgimento” ed un report semestrale da parte di ARPAB.
Siamo a luglio 2015, il protocollo ha compiuto un anno, ma dei dati nemmeno l’ombra! Per questo abbiamo chiesto conto all’assesorato regionale all’Ambiente, in particolare sui chiarezza e trasparenza immedidata dei dati rilevati sull’impatto delle attività dell’Ila Valdadige sull’aria, sul suolo, sulle acque superficiali, sui sedimenti e sulle acque sotterranee.
Nello stile sfuggente e vago al quale Berlinguer ci ha abituati da un anno a questa parte, la risposta è stata raccapricciante: la ILA Valdadige non ha dichiarato di aver utilizzato “pet-coke” negli ultimi mesi e, quindi, non ha rispettato il protocollo, omettendo l’invio delle informazioni previste a Regione, Comune e Arpab. Insomma, allora, che cosa si è monitorato da un anno a questa parte nella “Libera Repubblica” di Ila Valdadige? Che fine hanno fatto i dati? Bruciati pure questi? Possiamo definire il protocollo mera “carta straccia”?
Berlinguer, unitamente alle persone che, per dovere d’ufficio, avrebbero dovuto occuparsi di controllare il rispetto del protocollo, non possono continuare ad agire con cotanto pressapochismo (o menefreghismo?): in ballo c’è la salute dei cittadini, soprattutto dei cittadini materani che vivono accanto all’impianto. Salute che, per l’ennesima volta, viene subordinata agli interessi dell’industriale di turno.
Il M5S, nonostante le spallucce e le risposte elusive di Berlinguer, continuerà a monitorare la faccenda, sperando che la nuova giunta comunale di Matera, guidata dal Sindaco De Ruggieri, faccia lo stesso.
In ultimo, ci permettiamo di invitiare i cittadini lucani a diffidare della passione ambientalista che sembra aver contagiato i vertici del governo regionale: quelli che si stanno strappando le vesti per il nostro mare minacciato dalle trivelle, sono gli stessi che non hanno impugnato lo Sblocca Italia (Sblocca Trivelle e Sblocca inceneritori), gli stessi che hanno autorizzato e continuano ad autorizzare innumerevoli scempi su tutto il territorio lucano.
Fare è il miglior modo di dire! Come qualificare coloro che permettono che il nostro territorio sia costantemente violentato da trivelle, inceneritori, discariche? Complici, talvolta anche conniventi e sodali degli inquinatori.
In materia ambientale, o è bianco o è nero: lasciamo a voi decidere se Berlinguer e Pittella sono bianchi. O neri come il petrolio ed il “pet-coke.
Gianni Perrino – Capogruppo M5S Basilicata – Consiglio Regionale

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