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Ilva cassa integrazione in deroga: “Accordo necessario”

«Un atto di forte responsabilità nei confronti di quei lavoratori che, ancora oggi, non possono tornare sul proprio posto di lavoro». Il segretario generale della Fim-Cisl di Taranto commenta così l’accordo sulla Cassa integrazione in deroga, siglato questo pomeriggio a Roma al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Accordo firmato dai soli sindacati di Fim-Cisl e Uilm-Uil. La Fiom-Cgil ha ritenuto opportuno prendere le distanze.

L’ Ilva, dopo il sequestro del prodotto finito (produzione effettuata dopo il 26 luglio 2012) da parte della magistratura, non potendo produrre in quanto  i piazzali erano  occupati dal materiale, a gennaio ha aperto la procedura di Cassa integrazione in deroga per complessivamente 1.393 unità lavorative. Effettivamente il numero dei lavoratori posti in Cig in deroga si è ridotto a circa 600 unità che, però, per effetto della rotazione, oggi risulta pari a circa 1.100 unità.

«La Cassa in deroga – aggiunge Panarelli – garantirà una copertura salariale, per gennaio e febbraio, a questi lavoratori, in considerazione dell’assenza di una copertura finanziaria da parte della Regione Puglia. Se non avessimo firmato l’accordo i lavoratori coinvolti avrebbero seriamente rischiato di rimanere senza copertura economica. Un accordo che ritengo necessario».

A margine dell’incontro odierno la Fim-Cisl ha sollecitato il nuovo “tavolo” per avviare la discussione sulla nuova Cassa integrazione legata all’ambientalizzazione. «Ci auspichiamo che nei prossimi giorni – spiega Panarelli – ci sia un nuovo incontro per discutere sulla nuova Cassa integrazione. Bisogna partire con gli adeguamenti impiantistici. Non a caso, oggi, abbiamo sottoscritto anche un “verbalino”, col quale, in vista della prossima Cassa integrazione, chiediamo ufficialmente all’Ilva di attutire ai minimi termini la condizione di negatività di quei lavoratori  che saranno coinvolti».

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