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Ilva, i dubbi dell’assessore Leo

“Fin dall’avvio delle procedure di vendita di Ilva avevamo espresso tutte le nostre perplessità sulla scelta della proposta di Am Investco Italy: tanto per il piano industriale presentato, quanto rispetto alle criticità nella bonifica ambientale dell’area, poiché avevamo auspicato che fosse lanciato un piano di decarbonizzazione. Così l’assessore al Lavoro della Regione Puglia, Sebastiano Leo, alla notizia dell’annullamento del tavolo tra le parti (previsto ieri al Mise) voluto dal Ministro allo Sviluppo Economico Carlo Calenda.
“La salvaguardia della piena occupazione nel medio e lungo periodo, in una città che ha bisogno di attenzione e cura come Taranto è un bisogno irrinunciabile. – prosegue Leo – Le notizie sul negoziato in corso al Mise tra Am Investco Italy e i rappresentanti dei lavoratori dell’Ilva di Taranto hanno suscitato nei giorni scorsi una comprensibile preoccupazione: pacta servanda sunt e bene ha fatto il Ministro Calenda a giudicare irricevibile un piano che non dia garanzie rispetto a impegni che erano già stati assunti da Am Investco. Ritengo – dice ancora l’assessore Leo – che il Governo debba dare una risposta chiara al grido di dolore della città di Taranto e della Puglia e mi auguro che sappia mediare in questa fase di trattative sindacali per garantire la piena occupazione dei lavoratori del siderurgico.
“La nostra priorità, come ha affermato anche l’arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro, è la tutela della qualità della vita e dell’ambiente: in nome di essa continueremo a essere vigili e ad attivarci in tutte le sedi opportune. Noi – conclude l’assessore – saremo al fianco dei lavoratori, delle loro famiglie e delle rappresentanze sindacali, con l’auspicio di essere ammessi al tavolo Mise sospeso ieri dal Ministro Calenda, insieme con le altre Regioni coinvolte nella vertenza Ilva. Continueremo a chiedere con forza garanzie certe: lo dobbiamo a Taranto e ai pugliesi che hanno pagato fin qui il prezzo della presenza del siderurgico ed ai quali non si può chiedere oggi di fare ulteriori, inammissibili, sacrifici. Non accetteremo che un solo posto venga perso. Non consentiremo in alcun modo che la dignità del lavoro sia oltraggiata.”

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