Ilva, in 44 rinviati a giudizio. Tra gli imputati c’è anche Vendola
Il gup del Tribunale di Taranto, Vilma Gilli, ha rinviato a giudizio 44 persone fisiche, tra cui l’ex presidente della Regione, Nichi Vendola, e tre società per l’inchiesta sul presunto disastro ambientale provocato dall’Ilva. Altri due imputati sono stati condannati con rito abbreviato.
‘”Sembra, anche se poi dobbiamo leggere le motivazioni, che l’istanza accusatoria portata avanti dal mio ufficio abbia trovato quasi completo accoglimento. – è stato il commento del procuratore di Taranto, Franco Sebastio – Da una parte per noi è un motivo di tranquillità. Siccome noi siamo sempre preoccupati per il fatto di poter commettere errori, sempre dietro l’angolo. Questa prima pronuncia, che va inquadrata nei tempi contenuti e ridotti di un provvedimento di rinvio a giudizio, ci rassicura, ci rasserena. A quanto pare errori, quanto meno madornali, non ne abbiamo commessi, fermo restando che ci sarà un approfondimento dibattimentale e poi si andrà alle decisioni di merito”.
Come detto, tra gli imputati c’è anche Nichi Vendola, accusato di concussione aggravata in concorso perché, secondo l’accusa, avrebbe esercitato pressioni sul direttore dell’Arpa Puglia per favorire l’Ilva. Ma l’ex governatore pugliese si dichiara estraneo ai fatti: “Sarei insincero se dicessi, come si usa fare in queste circostanze, che sono sereno. Sento come insopportabile la ferita che mi viene inferta da un’accusa che cancella la verità storica dei fatti: quella verità è scritta in migliaia di atti, di documenti, di fatti. Ho rappresentato la prima e l’unica classe dirigente che ha sfidato l’onnipotenza dell’Ilva, e che ha prodotto leggi regionali all’avanguardia per il contrasto dell’inquinamento ambientale a Taranto.
Io ho rappresentato, in un territorio colonizzato dai Riva, – prosegue Vendola – la politica che non ha preso soldi e non si è piegata; ho rappresentato la prima e unica istituzione che ha posto sotto monitoraggio i camini del grande siderurgico e che, con la produzione dei dati dell’inquinamento, ha consentito alla Magistratura di procedere nei confronti dell’Ilva. L’unica mia colpa è di aver cercato di costruire un doveroso equilibrio tra diritto alla salute e diritto al lavoro, ma non credo che questo sia un reato. Mi aspettavo che l’inconsistenza del teorema accusatorio producesse il mio proscioglimento già a conclusione dell’udienza preliminare. Per chi come me crede nei valori della giustizia e della legalità oggi è un giorno di delusione e di amarezza. Ma andrò a processo con la coscienza pulita”.
L’ex assessore regionale all’Ambiente, Lorenzo Nicastro, invece, è stato assolto con formula piena.