CronacaPuglia

Ilva, per i due operai morti è stata riconosciuta la ‘malattia da lavoro’

Ilva TarantoIn attesa di bonifiche e risoluzione dell’annosa vicenda Ilva, si moltiplicano le notizie sui casi di malattie che colpiscono coloro i quali risiedono nei pressi del distretto siderurgico tarantino e, soprattutto, tra gli operai a stretto contatto con l’inquinamento dell’acciaieria. Gli ultimi due casi segnalati riguardano un impiegato di 57 anni e un altro di 69, morti per un cancro ai polmoni.

I due avevano lavorato per circa 20 anni proprio presso l’Ilva. Il loro decesso è stato causato da un mesotelioma, una neoplasia tipica di chi è troppo esposto all’amianto. A denunciare la correlazione tra queste morti e l’Ilva è stato il presidente dell’associazione Contramianto Onlus, Luciano Carleo, che per i due operai sopra citati ha ottenuto il riconoscimento di malattia causata dal posto di lavoro dopo una lunga battaglia. L’associazione, infatti, ha avviato le procedure di riconoscimento di malattia professionale in attesa dei necessari approfondimenti su eventuali responsabilità sull’esposizione all’amianto e l’inalazione di fibre cancerogene nel corso dell’attività lavorativa, costituendosi parte civile in un processo.

“Centinaia i casi di mesotelioma e patologie asbesto-correlate registrati nel personale dell’Italsider-Ilva di Taranto – ha spiegato in modo crudo Carleo – Una situazione drammatica ma prevedibile, visto l’uso di amianto fatto all’interno dello stabilimento siderurgico”.

Ma, aldilà degli ultimi due casi citati, Carleo fa presente che nel distretto dell’Ilva di Taranto i numeri fanno rabbrividire: “Sono evidenti le esposizioni alle polveri di amianto in un luogo dove alla fine degli anni ’90, la sostanza cancerogena era presente in grande quantità”, ha concluso il presidente della Onlus.

 

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