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Ilva, rischio paralisi dopo la revoca della facoltà d’uso dell’Altoforno 2

L’Ilva rischia la paralisi a seguito della revoca della facoltà d’uso dell’Altoforno n.2, dopo l’incedente della scorsa settimana, in cui è rimasto vittima il lavorato rate Alessandro Morricella. Gli inquirenti sono alla ricerca delle cause che hanno prodotto la tragedia e in attesa di capire le reali motivazioni – al fine di evitare ogni rischio di nuovi incidenti – è stata revocata la facoltà d’uso dell’impianto.
Durante l’incontro di questa mattina con la direzione aziendale, ai sindacati è stato illustrato il provvedimento, dal quale si evince che in questo momento Afo2 non sembra nelle condizioni di poter garantire il “non verificarsi di altri eventi simili”.
L’azienda, quindi, ha presentato al custode giudiziario il cronoprogramma dei lavori ed il team incaricato allo spegnimento di Afo2. Programma che verrà confermato a seguito della verifica dei materiali necessari per procedere con lo spegnimento. Occorrono fino a due settimane per spegnere l’impianto e l’azienda intende utilizzare questo tempo anche per produrre opportuna documentazione redatta dai tecnici incaricati.
Nel frattempo, i legali aziendali stanno presentando un ricorso per chiedere di non spegnere il forno in questione. L’azienda è in contatto con il Ministero del Lavoro per valutare le ricadute in termini di ammortizzatori sociali, qualora si arrivasse all’eventuale fermata altoforno.
I dubbi sulla marcia con un solo Afo sono tanti. Si resta in attesa dei risultati su dpi e sugli accertamenti circa la dinamica degli eventi. La Fim-Cisl chiede che lo sforzo maggiore venga fatto verso l’accertamento delle verità, piuttosto che altri obiettivi.
La presenza di un solo Altoforno in marcia non garantirebbe le condizioni ottimali di sicurezza, per cui non si esclude la necessità della fermata complessiva della produzione.
Cosimo Panarelli – Segretario Generale Fim-Cisl Taranto Brindisi

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