Immigrati, siglato progetto “Lavoro utile”
Sottoscritto questa mattina a Potenza nella sala Verrastro della Regione, il progetto “Lavoro utile” rivolto agli immigrati nel Comune di Potenza che avrà inizio il prossimo 11 gennaio per la durata di sei mesi con i primi trentacinque richiedenti asilo (le candidature sono state settanta).
“Il progetto – ha spiegato Pietro Simonetti, presidente del coordinamento migranti della Regione Basilicata – consiste in un corso di tre giorni per la sicurezza sul lavoro e poi attività di manutenzione del verde per il decoro urbano nonché di altre attività al servizio della comunità potentina. Intanto sono in istruttoria altri progetti a partire da Tito, Pignola, Latronico, Muro Lucano, Irsina e in altri dieci comuni. Queste attività discendono dell’accordo stipulato con le prefetture di Potenza e Matera, l’Anci e Upi. Ai progetti partecipano le associazioni di volontariato presenti sul territorio regionale che si sono candidate. Trattasi del primo accordo di questo tipo stipulato nel mezzogiorno e precede il piano di formazione per migranti del 2106 per circa tremila unità per la qualificazione e riqualificazione nel settore agricolo, nel lavoro di cura e in edilizia. Perché in Basilicata sono presenti in 17 centri di accoglienza, 1650 richiedenti asilo di cui 100 minori non accompagnati. Nel 2104 invece sono stati presenti in Basilicata 44000 migranti impegnati in agricoltura, edilizia e assistenza domestica agli anziani. Buona parte dei richiedenti asilo vivono in appartamenti. Queste misure ed altre che verranno- ha concluso Simonetti – vanno ad integrare i migranti all’interno del contesto socio-economico della Regione andando a colmare la necessità di forma lavoro ed al contempo le classi scolastiche mantenendo i numeri per tenere aperti i plessi soprattutto nell’entroterra”.
Subito dopo è intervenuto il presidente della Regione, Marcello Pittella.
“Questa regione – ha esordito il governatore – vuole essere inclusiva e capace della sfida della multiculturalitá. Guardiamo oltre il perimetro di questo territorio, oltre i confini del Mediterraneo. Quando si lavora verso gli ultimi e i penultimi è uno spaccato di società che a me piace. Abbiamo deciso di raddoppiare il numero dei migranti perché solo attraverso la contaminazione possiamo essere migliori. Chi pensa di ergere steccati con la strategia della paura merita un giudizio negativo da parte mia. Abbiamo bisogno di aprirci e snellire le procedure – ha aggiunto Pittella – seppur devono essere sicure. Se l’esempio della Basilicata si moltiplicasse in Europa avremmo risolto gran parte del problema. Il fenomeno dell’immigrazione per vent’anni non ci darà sosta. Questo è un processo irreversibile che o lo guidiamo o lo subiamo. Abbiamo deciso di guidarlo. Molti strumentalizzano questa vicenda come se fosse lo spartiacque del consenso. Abbiamo deciso di raccogliere questa sfida, con le amministrazioni più sensibili. La nostra azione continua. A gennaio faremo partire il master per i mediatori culturali. Accoglienza è occasione di sviluppo. Vorremmo trasformare ad esempio, il Cie di Palazzo San Gervasio. Vorremmo trasformarlo in un hub di prima accoglienza. Abbiamo fatto enormi progressi scalzando baraccopoli e creando strumenti per l’accoglienza. Abbiamo bisogno, e lo stiamo facendo con le prefetture, di incidere ancora di più per affermare l’ambizione di questa regione di essere ambasciatrice della cultura e dell’altro. Non è facile per gli immigrati stare qui. Se i nostri antenati avessero trovato un ambiente ostico quando emigravano all’estero, racconteremmo oggi un’altra storia. Molti immigrati che partono da un luogo di guerra possono trovare in un luogo di pace l’affermazione. Sta a noi fornire la cassetta degli attrezzi. Se provassimo ad avere un atteggiamento più umile e inclusivo saremmo degni di avere in Basilicata la Capitale della cultura altrimenti resterebbe solo uno stemma sul petto”.