Immigrati stagionali, la replica della vicesindaca di Cerignola
“L’apprezzamento e la gratitudine che si devono alla Caritas, così come il rispetto che si deve alle gerarchie ecclesiastiche non possono esimermi dal dovere di rendere alla comunità cerignolana una più esatta ricostruzione dell’impegno profuso dall’Amministrazione comunale nella gestione dei problemi determinati dall’arrivo dei lavoratori stagionali”. Lo afferma la vice sindaca e assessora alle Politiche sociali Maria Dibisceglia che ribadisce la “solidarietà a don Ignazio Pedone, per l’aggressione subìta, e alla comunità parrocchiale, per il sostegno alle attività degli operatori che assistono i migranti”.
Proprio la parrocchia del Buon Consiglio “è stata individuata come luogo di distribuzione dei pasti – continua Dibisceglia – perché ritenuta più funzionale all’organizzazione delle attività, come il direttore regionale della Caritas sa bene per aver partecipato a tale decisione, oltre che per alleggerire l’impatto sociale dell’accresciuto numero di stagionali nella storica area del Piano delle Fosse”. Nel mentre, abbiamo coinvolto i servizi comunali che si occupano del fenomeno migratorio per il servizio di affiancamento alla Caritas nel momento della distribuzione dei pasti. La successiva indisponibilità di don Pasquale Cotugno allo spostamento degli operatori della Caritas da Piano San Rocco a Buon Consiglio ha
portato l’Amministrazione ad “attivare un servizio di operatori di strada direttamente sul posto”.
Quanto, infine, a “la proposta di installare cucine, docce, bagni chimici e quant’altro nel pressi della tendopoli di via Pavone, avanzata dalla Caritas, è opportuno ribadire quanto già detto in ogni incontro con don Pasquale Cotugno: il Comune non può occupare un suolo privato e installare attrezzature a proprio piacimento dove meglio ritiene opportuno farlo, né, tantomeno, può installare bagni chimici sul Piano delle Fosse”.
“Addossare all’Amministrazione comunale la gestione di un fenomeno epocale come le migrazioni interne al nostro Paese connesse alle raccolte stagionali denota un punto di vista miope. In un mondo ideale, nel mondo ideale che io per prima vorrei, i lavoratori stagionali sarebbero accolti in strutture idonee e non dovrebbero accamparsi in tende e baracche di cartone, e queste strutture idonee sarebbero dotate di tutti i servizi necessari a soddisfare il loro legittimo bisogno di ristoro e socialità. Solo pensare che tutto ciò possa essere realizzato dal Comune di Cerignola, come da un qualunque altro Comune d’Italia, è una follia, ancor più grave se ci aggiungiamo la richiesta di gestione dell’ordine pubblico e della sicurezza, competenze esclusive dello Stato esercitate per il tramite delle Forze dell’Ordine, con cui collaboriamo attivamente e a cui rivolgiamo il nostro
ringraziamento.
Questa è la realtà, non altre, e sulla base di questa realtà noi amministratori ci impegniamo a svolgere al meglio il nostro compito e ad utilizzare con la maggiore efficienza possibile i pochi fondi a nostra disposizione. Il direttore regionale della Caritas può continuare a polemizzare con l’Amministrazione comunale e altrettanto possono fare i consiglieri comunali di minoranza – conclude la vice sindaca Maria Dibisceglia – oppure possono, l’uno e gli altri, applicare la loro onestà intellettuale e la loro responsabilità sociale e istituzionale alla ricerca di soluzioni emergenziali per contenere gli effetti di un’emergenza che nessuno di noi ha provocato e nessuno di noi vorrebbe si replicasse anno dopo anno”.