Impianto dentale a carico immediato eseguito su paziente cardiopatico nella Dental Unit di Villa Lucia Hospital
La Dental Unit di Villa Lucia Hospital, una clinica odontoiatrica, nata all’interno dell’Ospedale di GVM Care & Research a Conversano, è un Centro all’avanguardia per i trattamenti odontoiatrici, in particolare per le tecniche di implantologia che qui vengono eseguite anche su pazienti complessi, come i cardiopatici. L’ultimo caso, quello di un paziente con un quadro clinico compromesso da gravi patologie cardiovascolari. L’equipe di Odontoiatria – sotto la direzione del prof. Claudio Napoleone – ha portato a termine un intervento di implantologia avanzata senza incisioni nella gengiva con il bisturi su un paziente di 77 anni, con una serie di patologie cardiovascolari. Il paziente – affetto da insufficienza renale cronica, cardiopatia dilatativa con grave disfunzione ventricolare sinistra, fibrillazione atriale permanente, insufficienza mitralica e tricuspidalica, in terapia cardiologica ed anticoagulante – è stato sottoposto ad un intervento di riabilitazione all-on-four dell’arcata superiore. L’intervento, studiato e progettato nei minimi dettagli grazie alle nuove tecnologie radiografiche 3D, è stato portato a termine con un’anestesia locale minima, in meno di 40 minuti. E’ stata utilizzata la tecnica flapless, cioè senza effettuare incisioni con il bisturi, ma posizionando gli impianti per via transgengivale, minimizzando così il rischio di sanguinamento. Il paziente è stato costantemente monitorato e seguito da un rianimatore e da un cardiologo presenti in sala operatoria. L’innesto dell’impianto dentale con la tecnica flapless evita la ferita chirurgica e per questo è considerata meno invasiva.
“E’ un tipo di intervento meno invasivo rispetto alle altre tecniche di implantologia dentale, perché non prevede punti di sutura né lunghi tempi di guarigione – spiega il Prof. Claudio Napoleone – il paziente avverte meno dolore e meno gonfiore e potrà riacquistare prima la funzione masticatoria. Il fattore tempo è fondamentale in pazienti per i quali lo stress, la posizione obbligata, o il semplice disagio di respirare “con le mani del chirurgo in bocca” possono creare seri problemi”.
“Capita spesso che un paziente desideroso di riabilitare la sua bocca con un’arcata fissa su impianti debba rinunciare, nonostante i volumi ossei favorevoli, perchè rifiutato dagli odontoiatri a causa delle precarie condizioni del suo stato generale – conclude il Prof. Napoleone – una cardiopatia, o semplicemente una terapia anticoagulante che non è prudente interrompere, inducono l’odontoiatra a non “rischiare” e a proporre riabilitazioni più classiche con protesi mobili, condannando così questi pazienti a portare la dentiera. Oggi, grazie alla multidisciplinarietà dell’ambiente ospedaliero, non è più così, e siamo in grado di assicurare un sorriso nuovo anche ai pazienti più complessi”.