In Basilicata 123 mila cinghiali, a rischio le produzioni agricole
Sarebbero 123 mila i cinghiali in Basilicata. Almeno secondo le previsioni presentate ieri dall’Osservatorio regionale degli habitat naturali, popolazioni faunistiche e biodiversità del dipartimento regionale all’Ambiente nell’ambito della campagna di censimento degli ungulati in Basilicata nell’anno 2015. Un numero molto preoccupante per i danni che potrebbero derivare alle produzioni agricole e, in generale, all’equilibrio del sistema generale degli habitat naturali. Infatti, la ricerca ha messo in evidenza che il territorio regionale può sopportare poco meno di 23 mila cinghiali e che i capi abbattuti in regione nel 2015 sono solo 6 mila. Una differenza, di 100 mila cinghiali che preoccupa soprattutto gli agricoltori. L’allarme è stato lanciato dall’assessore regionale all’Ambiente, Aldo Berlinguer, dal dirigente dell’Ufficio Parchi, Francesco Ricciardi, dal responsabile dell’osservatorio, Carlo Gilio e dagli altri componenti e collaboratori, nel corso di un incontro rivolto ai responsabili delle aree protette lucane e a tutti gli altri attori coinvolti.
“Tra le specie attualmente più invasive il cinghiale ci dà maggiore preoccupazione in quanto provoca, oltre ai danni diretti sia agli allevamenti zootecnici ed alle colture, anche un notevole rischio per la incolumità delle persone, soprattutto in relazione agli incidenti stradali”. Negli ultimi tre anni, infatti, sono stati registrati più di 350 incidenti stradali, a causa del cinghiale. Le cause che hanno favorito la espansione di questi animali sono legate a diversi fattori: le immissioni a scopo venatorio; la istituzione di nuove aree protette che hanno di fatto creato ulteriori polmoni di riproduzione ed irradiazione per tutta la regione; l’abbandono delle terre coltivate.
“La presenza dei lupi e dei cinghiali – ha dichiarato l’assessore Berlinguer- è connessa anche ad aspetti positivi e rende più ricco l’ecosistema. Ma è la dimensione numerica che rende drammatica la situazione rendendo urgente un maggiore controllo e una riduzione della loro presenza”.. “Da quando è stato registrato il fenomeno della presenza numerosa di questi animali la Regione Basilicata – ha aggiunto l’assessore Berlinguer – ha messo in atto numerose iniziative per contenerlo, dalla formazione degli operatori a provvedimenti legislativi alle attività di consulenza agli enti gestori espressa attraverso l’Osservatorio. Iniziative che hanno contribuito a stabilizzare il fenomeno ma non a eliminarlo. E’ quindi necessario cambiare modo di affrontare il problema.
L’obiettivo primario deve essere l’attuazione contemporanea di interventi di controllo della specie, sia all’interno delle aree naturali protette che in territorio cacciabile, sia durante il periodo in cui normalmente si pratica la stagione venatoria che anche a caccia chiusa su vaste porzioni di territorio dai mesi tardo invernali e per tutto l’arco dell’anno, coinvolgendo il numero più ampio possibile di operatori collaboranti: tale strategia si è rivelata efficace nei distretti di altre regioni in cui è stata messa in atto”.
L’assessore Berlinguer ha quindi invitato tutti gli attori del sistema, a partire dagli enti gestori delle aree naturali protette, a collaborare con la Regione per arginare il fenomeno della costante crescita del numero dei cinghiali. Infatti, se non si interviene contemporaneamente sia all’interno che all’esterno delle aree protette gli sforzi prodotti saranno del tutto inutili.