In Italia più di 3500 casi di tumore al seno non ancora individuati
“In Italia si stima siano più di 3500 i casi di tumore al seno non individuati per effetto degli screening della mammella non effettuati tra gennaio 2020 e maggio 2021 a causa del Covid, che ha allontanato i cittadini dagli ospedali e costretto gli operatori sanitari a concentrare ogni risorsa umana e tecnologica nella lotta alla pandemia. Recuperare gli screening in oncologia deve essere un tema centrale delle politiche sanitarie e del nostro impegno quotidiano”. E’ quanto afferma, in una nota, il consigliere regionale della Lega-Basilicata Giovanni Vizziello.
“L’allarme recentemente lanciato dall’Associazione no profit IncontraDonna Onlus in tema di screening oncologici e pandemia – sottolinea Vizziello – non può essere lasciato cadere nel vuoto perché se oggi il tumore della mammella può essere addirittura annoverato tra le cosiddette malattie croniche, facendo registrare un tasso medio di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi pari all’87%, questo è dovuto in buona parte al grande lavoro che è stato fatto sulla prevenzione delle patologie oncologiche negli anni che hanno preceduto l’emergenza Covid”.
“Il carcinoma mammario è a tutt’oggi di gran lunga la neoplasia più diagnosticata nelle donne, facendo registrare più di 50000 nuovi casi l’anno – aggiunge l’esponente della Lega-Basilicata – e, al pari di molte altre patologie tumorali, può essere sconfitto solo se individuato in una fase precoce, obiettivo questo che oggi possiamo raggiungere attraverso screening sempre più diffusi ed accurati”.