Inaugurata l’Enoteca Provinciale a Matera
Quando sentiamo la parola “enoteca”, pensiamo ad una splendida vetrina del meglio della produzione enologica del nostro territorio; al luogo d’incontro di produttori di vini; lì dove molte persone vengono per conoscere, acquistare e degustare i nostri prodotti; alla promozione e degustazione del vino tradizione e cultura della nostra terra. Questo nella normalità delle cose, ma noi non abbiamo nulla a che fare con la linearità, siamo in grado di inaugurare una enoteca provinciale senza i produttori, senza una regolamentazione associativa tra loro, ponendo le basi affinchè i primi ad essere delusi ed amareggiati siano proprio coloro che il vino lo producono. Tutto questo perché alla base della nascita di questa struttura, svolazzano obiettivi che come al solito nulla hanno a che fare con gli interessi pubblici, bensì con quelli privati resi possibili calpestando intese e programmi. Nel 2007 il consorzio vini, in rappresentanza di tutti i produttori viti-vinicoli della provincia, propone di istituire l’enoteca provinciale, l’iniziativa riceve l’immediato coinvolgimento dell’allora Sindaco che, proprio nell’interesse più ampio stipula con la provincia di Matera, un protocollo d’intesa per l’istituzione dell’enoteca provinciale, ente senza scopo di lucro il cui fine sarebbe dovuto essere la valorizzazione e promozione del territorio attraverso la conoscenza del prodotto viti-vinicolo. Per raggiungere tale traguardo, il comune di Matera, si priva del prestigioso palazzo Acito cedendolo alla Provincia di Matera. Dopo anni, quest’ultimo Ente indice un bando aperto a tutti, chiunque sarebbe potuto essere il vincitore, anche un imprenditore francese o cinese. Gli indirizzi del bando non privilegiano assolutamente il territorio ed è prettamente improntato sull’offerta economica più vantaggiosa, in netta contraddizione con il protocollo stipulato tra comune e provincia, il cui obiettivo era di affidare l’enoteca ad un ente e non ad un privato così come è accaduto, producendo di fatto l’unica enoteca in Italia a gestione privata con sede in nobili locali pubblici, il cui fine è speculativo. A questo punto non ha più senso il trasferimento del palazzo Acito alla provincia, il protocollo giustificava tale cessione proprio nel criterio del sostegno economico e della visibilità all’interno del territorio provinciale e non quello di trarre profitto dalla struttura e di affidarla a privati imprenditori. Se gli intenti che si perseguivano erano quelli di trarre utile dalla gestione, diventa irragionevole cedere Palazzo Acito alla Provincia. Il Comune di Matera, nella logica del buon senso, ne poteva fare cosa propria, incamerando utile per se e non per le casse dell’Ente Provincia. Concetto, quest’ultimo che conferma e dimostra la mala gestione delle risorse; si disattendono gli obiettivi, si calpestando gli accordi e si sistemano le basi per scontentare tanti e privilegiare taluni. E’ obbligo del comune pretendere che i locali vengano restituiti perché è stato snaturato il senso dell’intesa stipulata dagli allora sindaco e presidente: Buccico e Nigro, soprattutto nel principio che oggi i promotori di tale iniziativa: il consorzio vini, oltre ad esser fuori dall’enoteca provinciale, non possiedono neanche una sede.
Adriano Pedicini Consigliere Comunale PDL Matera