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Inaugurazione mostra ‘Carlo Mattioli scultore’

Sabato 1 giugno 2013 alle ore 18.30, il MUSMA. Museo della Scultura Contemporanea. Matera, inaugura la mostra dedicata a “Carlo Mattioli scultore”. Nelle Sale della Caccia e nella Biblioteca Vanni Scheiwiller verranno esposte sculture, ceramiche, disegni, acquarelli e tempere dell’artista nato a Modena nel 1911 e scomparso a Parma nel 1994. Le sculture in mostra saranno soprattutto nudi di donna, in legno, cemento e ceramica, in piedi o coricati, scolpiti negli anni ’70. L’artista interviene il meno possibile sui materiali scelti, toglie lo stretto indispensabile, in modo da liberare tutta la bellezza insita nella natura. Sono così intensamente carichi di significato che ci si può domandare se siano nudi o colline disabitate, oppure figure di antichi romani distesi sui loro triclini o ancora rilievi funerari pronti per un banchetto ormai finito. E in ogni nudo, che sia inciso nella ceramica morbida, ricavato da un tronco di legno o creato dal cemento fresco, c’è l’amatissima moglie Lina, sposata nel 1936. La nipote dell’artista, Anna Zaniboni Mattioli, scrive nel volumetto edito per l’occasione: «Si tratta di toccarlo, quel legno, “violarlo” il meno possibile, perché la storia e il suo calore bruciante è essa stessa arte. O forse la materia imprigiona la bellezza e quindi si tratta appena di scostare, togliere, piallare, incidere quel poco che impedisce anche agli altri di vedere». I ritratti in gesso (Pier Carlo Santini, Giorgio Torelli, il pittore Bandieri, Ubaldo Bertoli), scolpiti a partire dal 1966, rappresentano amici letterati, scrittori e storici dell’arte, “volti terrigni e umorali”, colmi di materia e di vita.

Le ceramiche, risalenti agli anni ’50-’60, sono vasi, brocche e piatti, dipinti spesso con personaggi di romanzi e racconti stendhaliani (La Certosa di Parma, Vanina Vanini e la Badessa di Castro). Mattioli rinnova così, in un nuovo medium, il grande interesse per la letteratura che lo accompagnò per tutta la vita. Tra il 1960 e il 1968, infatti, si dedica a studi, incisioni, litografie per illustrare i Ragionamenti di Pietro Aretino (1960-1964), Vanina Vanini di Stendhal (1961), i Sonetti del Cavalcanti (1963), gli Epigrammi erotici (1963), le Novelle del Sermini (1963), il Belfagor di Machiavelli (1967), il Canzoniere del Petrarca (1968), il Decameron del Boccaccio, la Divina Commedia e la Venexiana (1968).

Non a caso, dunque, i poeti a lui contemporanei saranno i veri interpreti della sua opera.

Le opere su carta (disegni, tempere e acquarelli), consentiranno di osservare l’evoluzione del suo lavoro: dagli studi di figura degli anni Quaranta alle illustrazioni per i libri, ai nudi, ai delicati ritratti della figlia Marcella, della moglie Lina e della nipote Anna, degli amici De Chirico e Manzù, fino ad arrivare ai diversi cicli di paesaggi che caratterizzeranno la sua opera dagli anni Settanta in poi: i Notturni, i Cieli, le Spiagge, i Campi di papaveri, i Campi di lavanda, le Ginestre, i Boschi verdi con gli intrichi di vegetazione e i ponti rovinati, le Nature morte. La mostra è completata, nella Biblioteca Scheiwiller, da fotografie, volumi e documenti che contribuiranno a ricostruire la figura di un artista dalla cultura figurativa vastissima (il Romanico padano, il manierismo, Rembrandt, Goya, l’Espressionismo tedesco, Fautrier), raffinato e sensibile e pur tuttavia schivo e riservato. Un volume, pubblicato dalle Edizioni della Cometa Roma, con introduzione di Anna Zaniboni Mattioli, raccoglierà l’intera esperienza plastica di Mattioli che, in occasione dell’inaugurazione, dopo i saluti del Presidente della Fondazione Zetema, avv. Raffaello De Ruggieri, verrà analizzata dal Direttore del MUSMA Giuseppe Appella e dalla stessa nipote dell’artista.

 

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