Il telefonino smentisce la zia di Sarah Scazzi
Nel giorno in cui emergono altri particolari dalla perizia tecnica dei Ros, secondo cui il giorno dell’omicidio di Sarah Scazzi nel garage oltre al cellulare della ragazza sarebbe transitato anche quello di Cosima Serrano (che aveva sempre negato di essere stata lì in quel giorno e in quelle ore), proprio intorno all’ora in cui è avvenuto l’omicidio, l’avvocato Franco De Jaco, difensore di zia Cosima, si dice preoccupato per la salute mentale della sua assistita: «Tante aggressioni, otto mesi chiusa in casa come fosse ai domiciliari, e ora le manette annunciate: questo sta minando l’equilibrio psichico della mia assistita che potrebbe commettere atti inconsulti». L’avvocato inoltre, commenta così le voci circolate nelle redazioni giornalistiche secondo cui la Procura della Repubblica che la indaga per concorso in omicidio volontario, sequestro di persona e soppressione di cadavere, avrebbe già chiesto l’arresto per lei e sua figlia Sabrina: «Se non è una fuga di notizie è una calunnia». Riguardo all’ipotetico arresto aggiunge: «Non si potrebbe parlare d’inquinamento di prove dopo otto mesi dal delitto, né di pericolo di fuga perché la signora non lascerebbe mai la figlia, non parliamo poi della reiterazione del delitto del tutto assurda, quindi di che stiamo parlando?». Il legale si chiede poi su cosa si baserebbero le accuse. « Non certo sul sogno del fioraio perché conosco e apprezzo gli inquirenti; se mai staranno lavorando su altri elementi che ovviamente non possiamo conoscere ma che dovranno comunque avere un riscontro altrimenti siamo pronti a ricorrere sin d’ora al tribunale del Riesame ed eventualmente alla Cassazione la quale, è bene ricordarlo si è già espressa in proposito».
Dalla Procura, intanto, non arrivano conferme né smentite sulle richieste di arresto che i due magistrati, Pietro Argentino e Mariano Buccoliero avrebbero già inoltrato al gip Martino Rosati.
Mariateresa Cotugno