Indagine Istat, il 2018 si chiude in negativo per le piccole imprese di commercio al dettaglio
“Nessuna sorpresa positiva per i negozi. Il dato di novembre sulle vendite del commercio al dettaglio, nonostante la variazione positiva, sia congiunturale che tendenziale, certifica sia che le piccole superfici non seguono la traiettoria delineata da grandi strutture e da commercio elettronico, sia che quest’ultimo, pur pesando poco sul totale (meno del 2% in termini di fatturato) registra tassi di vendita talmente elevati (22,4% a novembre) da influenzare l’indice medio”. È quanto si legge in una nota di commento delle stime diffuse dall’Istat di Confesercenti.
“Se guardiamo al complesso degli undici mesi trascorsi e stimiamo le vendite in volume, risulta in modo netto la dinamica in controtendenza delle imprese operanti su piccole superfici, che registrano un calo dell’1,8% (in volume appunto) rispetto ad una crescita dello 0,3% per la GDO e del 12,3% per il commercio elettronico (delle sole imprese italiane, vale la pena ribadirlo). Il 2018 si purtroppo chiuderà ancora col segno meno per le piccole imprese del commercio al dettaglio e questo avrà ulteriori contraccolpi sulle chiusure dei negozi e sui livelli occupazionali delle imprese”. “Un anno da dimenticare per i piccoli imprenditori – commenta la Presidente di Confesercenti Patrizia De Luise -. Anche le vendite di Natale, seppure positive, sono state sotto le attese, mentre i saldi invernali di fine stagione sono l’ultima boccata di ossigeno per le imprese, che cercano l’inversione di tendenza dopo l’ennesimo anno deludente. La priorità per questo nuovo anno è quella di diradare i segnali di incertezza economica che pesano sul futuro delle famiglie e sulla stabilità delle imprese, una condizione fondamentale per sostenere la domanda interna. Dalla manovra arrivano alcune spinte importanti a sostegno delle piccole imprese ma serve uno sforzo maggiore, poderoso a favore della crescita, aumentando la spesa produttiva orientata agli investimenti e diminuendo quella improduttiva. Fondamentale, infine, è alleggerire la zavorra fiscale: abbassare le tasse rimane la via maestra per il rilancio economico”. E – aggiunge Giorgio Lamorgese, presidente Confesercenti Potenza – da un’indagine della Banca d’Italia effettuata tra il 26 novembre e il 17 dicembre 2018 su imprese con almeno 50 addetti emerge un “netto deterioramento in tutti i settori di attività dei giudizi delle imprese sulla situazione economica italiana”. “L’evoluzione – commenta Lamorgese i dati dell’indagine – è in parte attribuibile all’incremento dell’incertezza relativa a fattori economici e politici. Le valutazioni complessive sull’andamento corrente della domanda sono anch’esse peggiorate, ma in misura più contenuta; le attese a breve termine sulla domanda, sia interna sia estera, sono meno favorevoli, pur rimanendo positive. Il saldo tra le attese di aumento e di diminuzione della spesa nominale per investimenti nel 2019 rispetto al 2018 è positivo ma si colloca su livelli più bassi di quelli osservati per i piani di investimento nel recente passato. Le attese sull’occupazione restano moderatamente favorevoli fra le imprese dell’industria in senso stretto e, in misura minore, fra quelle dei servizi”. Per quanto riguarda le aspettative di inflazione al consumo “sono lievemente diminuite su tutti gli orizzonti temporali. Le imprese dell’industria in senso stretto prefigurano una decelerazione dei propri prezzi di vendita rispetto allo scorso sondaggio, mentre quelle dei servizi non hanno modificato le proprie attese. I costi degli input produttivi e la variazione delle condizioni di finanziamento rappresentano i principali stimoli alla dinamica dei prezzi propri mentre le pressioni della domanda sono sostanzialmente nulle”