Indicazioni e limiti della Chirurgia laparoscopica: l’Ospedale “San Paolo” di Bari incontra (e informa) il Territorio
“L’Ospedale incontra il Territorio”: un impegno per gli addetti ai lavori e un messaggio rivolto ai pazienti, ai quali spiegare i reali vantaggi di un intervento mininvasivo e soprattutto far comprendere l’effettiva portata della possibilità di eseguire tali interventi nella propria Regione.
La tecnica laparoscopica è stata l’assoluta protagonista del convegno, dal titolo “Indicazioni e limiti della Chirurgia laparoscopica”, tenuto stamane nell’auditorium dell’Ospedale San Paolo di Bari. Una sorta di “rivoluzione” per la Chirurgia del XX secolo ed ancora oggi un’opportunità, è stato detto in più frangenti, da cogliere attraverso il dialogo intenso che ha coinvolto innanzitutto i chirurghi della ASL Bari, molti dei quali relatori del convegno organizzato dal dott. Massimo Buonfantino, direttore della Chirurgia del San Paolo, assieme ad un uditorio piuttosto ricco e variegato: 180 tra specialisti, medici di Medicina generale e infermieri. A fare da trait-d’union la direttrice medica del presidio, Angela Leaci, la direttrice del distretto di Bari Rosella Squicciarini e i rappresentanti dell’UDMG-Ufficio distrettuale per la Medicina Generale, Vincenzo Creanza e Maria Zamparella.
«L’esigenza di informare il territorio e quindi i pazienti – ha affermato il Direttore Generale Antonio Sanguedolce – è un obiettivo prioritario della ASL Bari perché è importante garantire alla popolazione la possibilità di eseguire tali interventi qui nella propria Regione e negli ospedali della nostra azienda sanitaria che hanno personale esperto, competente e professionale».
Sono circa 1.300 gli interventi con tecnica laparoscopica effettuati nel 2022 in tutte le chirurgie della ASL, a carico in particolare dei distretti corporei dell’addome e dell’intestino. Numeri che illustrano la sempre maggiore diffusione di una tecnica in grado di realizzare interventi sovrapponibili alla chirurgia aperta tradizionale, rispettando al massimo i principi oncologici e l’integrità delle strutture anatomiche e riducendo il trauma chirurgico con vie di accesso mini-invasive di pochi millimetri, con benefici sia rispetto al recupero funzionale sia sulla significativa riduzione dei giorni di degenza in reparto.
Vantaggi e indicazioni sono stati illustrati nei diversi interventi che hanno spaziato dalle tecniche mininvasive alle patologie d’impiego (patologia di parete, plastiche erniarie, urgenze chirurgiche, appendicectomia e i vari approcci alle patologie oncologiche gastro-intestinali, epato-bilio-pancreatiche, del colon e dello stomaco), toccando anche le implicazioni legate alle tecniche anestesiologiche, all’approccio oncologico multidisciplinare e quindi alla gestione peri-operatoria del paziente stomizzato. Contributi importanti sono arrivati dai direttori e responsabili delle Chirurgie Asl, oltre a Buonfantino, Paolo Ialongo (Altamura), Stefano Camporeale (Molfetta), Giovanni Festa (Putignano) e Michele Simone (Di Venere), quest’ultimo anche quale direttore del Dipartimento di Area Chirurgica della ASL Bari.
«Questo convegno – ha rimarcato Buonfantino – è un’ottima occasione per unire sempre di più il territorio all’ospedale, in modo da diminuire quanto più possibile la migrazione dei pazienti verso altre regioni, ma anche per discutere e approfondire le indicazioni chirurgiche per gli interventi con tecnica laparoscopica. Una strada che la Chirurgia generale del San Paolo sta percorrendo assiduamente dall’ottobre 2021, periodo in cui sono stati eseguiti complessivamente circa 200 interventi sul colon di cui 120 in laparoscopia. E sempre con tecnica laparoscopica vengono effettuate operazioni per il tumore dello stomaco e resezioni parziali del fegato, oltre a interventi di giunzione esofago-gastrica per reflusso, ernia iatale, acalasia e, ormai in modo routinario, anche gli interventi in urgenza».