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Iniziata indagine conoscitiva sulle quote di genere nei comuni lucani

La Consigliera di Parità della Regione Basilicata, Ivana Pipponzi, sta procedendo alla rilevazione sulle quote di genere nei Comuni lucani.
Al fine di svolgere funzioni promozionali e di garanzia contro situazioni di squilibrio di genere nel mondo della politica lucana, la Consigliera ha inviato a tutti i Comuni lucani una nota con cui si chiede di compilare un questionario indicando il sesso del/della Sindaco/a, quello del/della Presidente del Consiglio comunale ed il numero delle donne nei Consigli comunali e nelle Giunte. L’iniziativa in parola è legata al sempre attuale divario di genere ancora esistente nei consessi esecutivi politici ed alla mancata attuazione dei principi costituzionali (art. 51 Cost.) e normativi (Legge Delrio) che impongono quote di genere.
Nonostante i numerosi traguardi raggiunti in materia di parità, il divario di genere in politica è una delle questioni più stringenti, sia a livello nazionale che territoriale. Infatti, nella graduatoria diffusa nel 2020 dal Global Gender Gap Index (political empowerment), l’Italia si colloca al 76° posto su 153 Paesi considerati, per ciò che attiene al settore della politica. Si evidenzia che le donne in Italia rappresentano oltre la metà della popolazione e, ciononostante, occupano solo un terzo delle cariche politiche nazionali e meno di un quinto di quelle locali. Un dato scoraggiante che dimostra innanzitutto quanto sia lontana l’agognata parità numerica ed evidenzia un limite nella rappresentanza degli interessi e diritti specifici alla condizione di donna. Per quanto riguarda le amministrazioni locali, la presenza femminile nelle assemblee regionali italiane si attesta in media intorno al 21,9% a fronte della media registrata a livello UE, pari al 34,2%. Ad oggi solo in una regione (Umbria) la carica di Presidente è ricoperta da una donna e questa carica non è mai stata ricoperta da più di tre regioni contemporaneamente. Nell’ambito delle assemblee degli enti locali, il dato della presenza femminile in Italia è pari al 34% nelle assemblee dei comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti, a circa il 32% nei comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti (dati aggiornati al 27 gennaio 2021). Il dato medio di presenza femminile nelle stesse assemblee rilevato in ambito UE risulta pari al 34,1%. Più visibile la presenza delle donne nelle giunte degli enti locali dove la parità sembra essere più vicina in quanto la percentuale di donne che riveste la carica di assessora è pari al 43% nei comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti, al 44% nei comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti. Le sindache sono, in tutti i comuni di Italia, 1.140 su 7.682, pari al 14,8% (la media UE è del 17,2%). Infine, in relazione alle province, tra gli oltre 90 presidenti di provincia, ci sono solo 4 donne, pari al 4,4% del totale.
“La raccolta dei dati – afferma la Consigliera di parità Pipponzi – è prodromica all’elaborazione del Report regionale (e poi, nazionale) sulla presenza delle donne in politica con l’intento di fare emergere le ineguaglianze e garantire il rispetto del principio di non discriminazione e della promozione della parità e delle pari opportunità istituzionalmente previsto e disciplinato dal Codice sulle pari Opportunità; l’indagine in parola costituirà il basamento per una proposta di legge che preveda un sistema sanzionatorio per le Pubbliche amministrazioni che non garantiscano la presenza femminile nelle istituzioni politiche”.

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