Iniziative a Montescaglioso nel ‘Giorno della Memoria’
Il Giorno della Memoria, celebrato da oltre 10 anni, nel quale sono commemorate le vittime del Nazionalsocialismo e del Fascismo, dell’Olocausto e coloro che hanno protetto i perseguitati, sarà celebrato con un’iniziativa organizzato dall’Assessorato Comunale alla Pubblica Istruzione e dall’Istituto Comprensivo “Don Liborio Palazzo – Carlo Salinari” di Montescaglioso. Lunedì 28 gennaio alunni e docenti delle classi 5^ B e 5^ C della Scuola Primaria e 2^ D e 3^ D della Scuola Secondaria di II Grado visiteranno la mostra “Perché non accada mai più”, allestita in Corso della Repubblica 36 e curata dall’insegnante Rocco Contuzzi.
Nei giorni che precedono la ricorrenza, presso la classe V^ A del Plesso “Salvo D’Acquisto”, da parte degli alunni e sotto la guida dell’insegnante Angela Mongelli, sono state scritte alcune poesie che hanno, come tematica, l’Olocausto. I testi poetici, scritti dai giovanissimi studenti, colpiscono per la loro immediatezza e profondità:
Era un bambino come me.
Era un bambino come me,
ma aveva smesso di sognare.
Era un bambino come me…
ma non aveva nulla da mangiare,
non aveva più un nome
ma un numero di serie….
una divisa a strisce,
come tutti gli altri.
In quel luogo di tormento
e di dolore,
aveva imparato a conoscere l’orrore.
Urla disperate dei bambini,
pianti stravolti delle madri.
Come può un uomo rimanere
nell’indifferenza,
di fronte a tanta violenza
e tanta sofferenza?
Era un bambino come me,
ma non aveva più la forza,
la speranza…
Nel suo cuore
regnava il terrore. Pietro Venezia V A Plesso S. D’Acquisto
Nel giorno della memoria
Quante cose da ricordare……
Sorrisi spenti,
occhi nel vuoto,
lacrime cristallizzate……
in volti scolpiti
da sogni incompleti. Alunni classe V ^ A Plesso S. D’Acquisto
Per non dimenticare
Gli Ebrei non avevano commesso
alcun crimine,
eppure altri hanno deciso
che per loro
era giunta
la fine.
Strappati con forza
alla loro vita….
percossi e ammassati
come animali
senza dignità
uomini, donne
e bambini
nei vagoni della morte
andavano incoscienti
di quel era la loro sorte.
Portati
nei campi di concentramento
e violentati
nel corpo e nella mente
non sentivano più niente.
Uccisi in una camera a gas
e bruciati
in un forno,
di loro non è rimasta
che cenere, libri
e tante parole….
Parole che,
se anche bisbigliate,
urlano dolore
e obbligano
ognuno di noi a non dimenticare !!!! Giulia Oliva V^ A Plesso S. D’Acquisto.
Michele Marchitelli