Inquinamento delle acque superficiali. Nota del Movimento ‘Mediterraneo No Triv’
La notizia dell’inquinamento di alcuni dei 10 pozzi della rete di monitoraggio delle acque superficiali all’interno delle aree Itrec ed Enea della Trisaia con concentrazioni di trielina, cromo esavalente, ferro ed idrocarburi totali, superiori ai limiti considerati soglia, e diffuso dalla Sogin Spa, impone alcune riflessioni.
Si parla di piano di caratterizzazione, di riunioni e di tavoli della trasparenza e si dimentica che nei pressi dell’ITREC, diverse compagnie petrolifere hanno realizzato pozzi di ricerca e/o estrazione di idrocarburi.
Alcuni di questi pozzi sono stati chiusi e anche in tutta fretta.
Mediterraneo no triv ha sempre evidenziato sia la pericolosità dei pozzi che, già in fase di realizzazione, possono essere impattanti per l’ambiente.
Inopportuna è anche la loro presenza, senza adeguati monitoraggi , sia la loro presenza nei pressi del centro Itrec.
E’ per questo motivo che Mediterraneo no triv, nei mesi scorsi, ha inviato una nota formale all’IAEA-Internetional Atomic Energy Agency per evidenziare che una società petrolifera, avendo già realizzato un pozzo esplorativo (Pozzo Morano-Policoro), intendeva estrarre gas vicino a un centro di deposito di scorie nucleari.
Poi la società ha chiuso il pozzo con buona pace degli amministratori locali che pensano che un pozzo chiuso possa mettere la parola fine al presunto problema.
Se Pozzo Morano ha determinato un presunto inquinamento delle falde acquifere non è dato sapere, così come non sappiamo se sono stati disposti monitoraggi sugli altri pozzi, prima realizzati nei pressi dell’Itrec, e poi chiusi.
Qualche amministratore pubblico si è preoccupato di vigilare sul loro stato, sulla loro tenuta, e se sono chiusi e inaccessibili?
Forse alla luce delle analisi eseguite dalla Sogin che individua la presenza di trielina, cromo esavalente, conosciuto come uno dei più importanti e pericolosi inquinanti ambientali, perché tossico, mutageno e cancerogeno e idrocarburi, si impone di fare non solo il piano di caratterizzazione all’interno del perimetro del centro iTREC.
In effetti, è necessario individuarne la causa e verificare lo stato e la tenuta di tutti i pozzi di ricerca e di estrazione presenti nella zona.
Poi dobbiamo capire chi aveva il compito di vigilare ma non ha disposto i controlli per impedire tale grave inquinamento e soprattutto, chi doveva tutelare l’incolumità e la salute dei cittadini applicando il principio di precauzione, ma ha deciso di non farlo.
Il danno alla salute è un danno irreversibile causato da eventi che sono spesso prevedibili e che possono essere anche evitati.
Basta solo avere la volontà di porre la tutela dei cittadini al primo posto rispetto a tutto il resto.
Mediterraneo No Triv