CulturaPuglia

Intitolazione di un’aula della facoltà di Scienze Politiche a Stefano Fumarulo

“Sono grato all’Università di Bari e alla facoltà di Scienze Politiche per l’intitolazione di un’Aula a Stefano Fumarulo. Stefano è adesso al pari di personalità straordinarie della politica e della cultura pugliese perché è stato inserito tra aule intestate a Giuseppe Di Vittorio, Gaetano Salvemini, Gino Giugni e potremmo continuare. Questo non dà sollievo al nostro dolore, ma riconosce al dottor Fumarulo il ruolo che gli spetta. Se avesse avuto più tempo ne avremmo viste ancora delle belle, perché Stefano aveva dentro di sé l’energia, la forza, l’intelligenza e l’intuito per fare tante altre cose. Adesso il nostro compito sarà cercare, sulla base delle sue intuizioni, di andare avanti e di realizzare almeno in parte ciò che egli sicuramente sarebbe stato in grado di fare”: lo ha detto il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano questa mattina nel corso dell’intitolazione delle Aule di Scienze Politiche a personalità che appartengono alla Puglia o che hanno fornito un grande contributo allo sviluppo all’Università. Il presidente Emiliano, in particolare, ha ricordato Stefano Fumarulo, dirigente della Sezione sicurezza del cittadino, politiche per le migrazioni e antimafia sociale, già studente dell’Università di Bari e recentemente scomparso. Emiliano si è a lungo soffermato, nel corso del suo intervento, sul grande valore umano e professionale che ha sempre caratterizzato l’impegno di Stefano Fumarulo: “Lui era riuscito nell’antimafia sociale a fare ciò che Falcone aveva fatto per l’antimafia repressiva con il coordinamento delle indagini e delle azioni, che poi è stata la chiave fondamentale. Ma se il coordinamento delle indagini ha delle regole molto chiare, il coordinamento delle azioni politico-sociali che determinano un contrasto al crimine è estremamente complesso, perché va dall’urbanistica, all’educazione, al sostegno alle scuole con programmi di educazione alla legalità inseriti nella quotidianità delle generazioni a seconda del luogo. E Stefano ha fatto tutto questo, così come è riuscito a ridare ruolo alla memoria, a fare in modo che non fosse solo una fotografia o una lapide, ma stimolo a chi sopravvive per continuare il cammino”.

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