Irsina si mobilita contro un’operazione di revisionismo storico
“Un nutrito gruppo di cittadini, ha deciso di costituire un comitato e lanciare un appello per opporsi a un preoccupante progetto di variazione toponomastica: Ad Irsina è in atto da qualche anno un tentativo di revisionismo storico che mira a rivalutare una figura chiave del Ventennio a livello locale – il segretario comunale Domenico Palombella. Membro del Partito Nazionale Fascista e segretario comunale ad Irsina dal 1925 al 1943, Palombella trovò morte violenta in una rivolta popolare il 22 settembre 1943, allorché, nelle ore successive alla partenza dell’esercito nazista dalla città, la popolazione insorse, esasperata da guerra, fame e vent’anni di angherie perpetrate dal regime fascista.
Il 31 agosto scorso, è stato presentato il libro “Domenico Palombella, storia di un uomo”, con il quale una nipote di Palombella, Maria Teresa Oreste, ha offerto una personale ricostruzione di un profilo dell’uomo e dei fatti. La presentazione del volume è apparsa da subito funzionale alla costruzione di una base di legittimazione storiografica, o sedicente tale, per riproporre il completamento dell’iter amministrativo di variazione toponomastica dell’attuale “Largo S. Angelo” in “Largo Domenico Palombella”, richiesta poi esplicitata da alcuni familiari. La proposta è avanzata sulla base di una valutazione dei presunti meriti dell’uomo e del funzionario pubblico che risulta dettata, senza dubbio, più dall’affetto, che dall’obiettività storica. Il comprensibile dolore dei discendenti dell’allora segretario comunale non può e non deve diventare pretesto di operazioni di revisionismo storico.
L’assassinio non ebbe univoca matrice e anzi parteciparono alla vicenda persone delle più differenti estrazioni politiche. La sentenza assolutoria della corte di assise di Potenza del 17 dicembre 1945, del resto, nel giustificare l’amnistia di cui beneficiarono gli autori materiali del delitto, precisa che nella mattinata stessa in cui i tedeschi abbandonarono il paese “la popolazione insorse”, che questi fatti trovavano “il loro movente immediato e diretto nell’azione antifascista”, nell’esasperazione di un popolo che desiderava ormai liberarsi dalla “tirannia fascista”.
La sanguinosa vicenda, tuttavia, non può cancellare la responsabilità di chi ha ricoperto per ben diciotto anni una carica pubblica importante, avallando e applicando in maniera solerte tutte le direttive imposte dal regime liberticida. L’allora segretario fu uomo del regime. Vittima di un delitto esecrabile, non può però essere considerato alla stregua di un martire, o di un eroe. Negli stessi anni, molti irsinesi, per tutti Domenico Scialpi e Gaetano De Martino, pagavano con le bastonate, il confino, il carcere e la deportazione la loro opposizione al fascismo e il loro attaccamento agli ideali di libertà e democrazia. È necessario dividere la comunità, riaprendo questa vecchia ferita? Irsina resti legata ai valori dell’antifascismo sanciti dalla Costituzione ed esprima la più ferma opposizione all’intitolazione di una piazza a Domenico Palombella.
Chiediamo ai cittadini, alle associazioni, ai partiti e alle forze vive della società tutta di aderire al nostro appello e a mobilitarsi in difesa della memoria storica per impedire operazioni, purtroppo sempre più frequenti su tutto il territorio, di riscrittura della Storia”.
Comitato “Difendiamo la memoria storica – No Piazza Palombella”