Istat:1 famiglia su 4 sperimenta la fascia di povertà
E’ la fotografia scattata dal rapporto annuale dell’Istat che sottolinea come rispetto alla media dei cittadini Ue, il rischio di poverta’ per gli italiani e’ superiore del 23,1%. Se dal punto di vista economico si puo’ dire che la recessione e’ finita, in Italia il recupero e’ dunque “molto modesto” e la crisi colpisce soprattutto i giovani, che hanno perso mezzo milione di posti di lavoro in due anni, e le donne, sulle quali grava il peso maggiore del welfare, “sempre piu’ insostenibile”, si legge nel focus Istat.
Per il ministro Sacconi il rapporto “ha descritto luci e ombre di un Paese fortemente esportatore che ha pagato ovviamente in modo pesante la grande crisi che abbiamo vissuto”. Secondo il ministro Brunetta “la buona politica economica” del governo “ha salvaguardato la coesione sociale”. Nel decennio 2000-2010 la performance di crescita dell’Italia e’ stata “la peggiore” dell’Ue con un tasso medio annuo dello 0,2% contro l’1,3, e la debolezza dell’economia “ha riguardato l’intero sistema produttivo”.
L’impatto della crisi sull’occupazione giovanile e’ stato durissimo: “nel 2009-2010 il numero d’occupati e’ diminuito di 532.000 unita'”. Inoltre hanno raggiunto quota 2 milioni gli ‘scoraggiati’ (che non hanno cercato lavoro poiche’ ritenevano di non riuscire a trovarlo) e i ‘Neet’ (coloro che non studiano ne’ lavorano). La stagnazione dell’economia si riflette sul calo del potere d’acquisto delle famiglie: una su 10 e’ in arretrato nei pagamenti del mutuo, 4 su 10 non si possono permettere una settimana di ferie.
“Nonostante la sostanziale stabilita’ degli indicatori di deprivazione economica”, scrive l’Istat, “il 43% delle famiglie dichiara di aver visto peggiorare la situazione economica rispetto all’anno precedente”. Cosi’ il risparmio scende “per la prima volta al di sotto di quello delle altre economie dell’Eurozona”. Le fasce piu’ a rischio sono gli anziani soli e le famiglie numerose, soprattutto nel Mezzogiorno: “nelle regioni meridionali vive il 57% delle persone a rischio poverta'”.
In questo contesto e’ sconfortante la condizione delle donne, vero “ammortizzatore sociale” con 2 miliardi d’ore spese in un anno a assistere e aiutare persone che non vivono nella stessa casa. Per le donne peggiora la qualita’ del lavoro e la busta paga e’ piu’ leggera del 20% di quella dei maschi. Circa 800.000 madri hanno dichiarato che nella loro vita lavorativa “sono state licenziate o messe in condizioni di dimettersi in occasione o a seguito di una gravidanza”.