Italiadecide, riflettori puntati su Matera 2019
Riflettori internazionali puntati su Matera e sulla sua candidatura a capitale europea della Cultura 2019 al convegno sui beni culturali “Dare valore, Avere valore” organizzato a Roma dall’associazione “Italiadecide” presieduta da Luciano Violante. E non è un caso che la città dei Sassi sia stata citata più volte come modello di sviluppo culturale da autorevoli rappresentanti di istituzioni pubbliche e private. Salvatore Carrubba, presidente dell’Accademia di Brera, ad esempio, ha parlato di Matera come “esempio da imitare per quel che riguarda l’approccio ai temi della cultura e della creatività”. E se Hervè Barbaret direttore generale del Louvre ha raccontato il modello economico del più importante museo di Francia e probabilmente del mondo, il ministro ai Beni culturali, Lorenzo Ornaghi si è soffermato sulla necessità di un nuovo rapporto tra pubblico e privato, di una semplificazione delle procedure e, soprattutto in tempi di crisi, di una più organica e sistemica visione di insieme nella gestione dei beni culturali in Italia. “Per incrementare le risorse pubbliche è doveroso poi ben usare le risorse che vengono dall’Europa. Da professore in aspettativa sono rimasto inorridito che un sistema di risorse europee non utilizzate rischi di schiacciare il Sud”.
Per il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, “bisogna introdurre criteri di sostenibilità e sussidiarietà nella gestione dei beni culturali. Ma il ministero deve dare regole precise, che permettano di fare queste opere di valorizzazione tramite le sponsorizzazioni, gli eventi, forme di gestione pubblico-privato”. Mentre per il segretario generale dei Beni culturali, Roberto Cecchi, occorre “evitare che il governo del territorio e quello dell’economia se ne vadano per strade diverse”. Fra gli interventi quello del sindaco di Matera, Salvatore Adduce, che, davanti a una platea composta da numerose autorità, ha illustrato le ragioni per cui Matera ha deciso di lanciare questa nuova e importante sfida.
“Il paradigma di Matera – ha detto Adduce – può essere utile a spiegare quanto sia decisiva una forte politica pubblica dei beni culturali per affrontare i gravi problemi del Paese. E quanto sia indispensabile promuovere investimenti privati nei beni culturali. Certo il problema è, in primo luogo, quello delle risorse e degli investimenti. E quello della buona gestione di queste risorse (molte o poche che siano). Anche in considerazione di un quadro normativo confuso (nazionale e locale) e ad una individuazione di ruoli e funzioni (rispetto alla tutela e valorizzazione del patrimonio culturale) farraginosa”.
Per Adduce “bisogna creare delle nuove politiche condivise, nelle quali convergano i diversi compiti, ruoli, azioni, per fare la buona conservazione e valorizzazione del patrimonio. Stiamo cercando di fare meno, di fare meglio, di farlo insieme ai privati, dando loro la possibilità di investire in tempi certi, in luoghi certi, con politiche collegate che valorizzino il loro investimento. A Matera stiamo creando quel nuovo distretto tecnologico culturale che credo debba essere alla base della rinascita e dello sviluppo del nostro intero Paese”.
“Mentre avere ritorni da investimenti industriali richiede tra i cinque e i dieci anni e porta ad uno sviluppo tra l’uno e il 2%, gli investimenti in attività culturali portano ritorno tra i 12 e i 24 mesi e rendite che moltiplicano l’investimento fatto tra le 6 e le 7 volte. A me preme sottolineare – anche in considerazione della candidatura a capitale europea della cultura della città di Matera – come noi intendiamo sviluppare politiche di coinvolgimento di singoli cittadini. Ragazzi e ragazze, anziane e anziani possono, devono e vogliono essere coinvolti in questo tipo di attività; non si tratta di volontariato diffuso, ma io penso piuttosto a un “servizio civile” diffuso e concertato, che permetta ai giovani di fare attività di promozione culturale a costo zero ma di vederle riconosciute ad esempio nei crediti universitari, e di fare azione da parte degli anziani negli ultimi anni prima della pensione e magari di vedere queste attività offerte dalle imprese per le quali lavorano. Un nuovo welfare culturale, diffuso e organizzato, non ostacolo ma integrazione a scelte concordate con i dipendenti pubblici, e soprattutto da vedersi nel medio lungo periodo, fra gli anni venti e trenta di questo secolo, quando avremo una situazione demografica totalmente cambiate e (secondo le stime che abbiamo attualmente a disposizione) molto più favorevole a questo tipo di politica”.
Al termine dei lavori il sindaco di Matera ha consegnato una lettera di invito a Matera a Luciano Violante, presidente di Italiadecide, al ministro Ornaghi, al segretario generale del ministero dei Beni culturali, Roberto Cecchi, a Giuliano Amato, presidente dell’Istituto della Enciclopedia italiana Treccani, e all’ex ministro, Giancarlo Galan.