Jobs Act: La Fim-Cisl Taranto Brindisi presente a Napoli per affermare il diritto al lavoro e alla salute
«Più azione e concretezza: A Napoli affinché le “ferite” di Taranto possano essere rimarginate da una terapia fondata sulla responsabilità e la determinatezza». Nel giorno della mobilitazione nazionale della Cisl “Per il lavoro, per il sociale”, organizzata per sensibilizzare il Governo sulle evidenti difficoltà dell’economia reale e sui punti non condivisi del Jobs Act e della Legge di Stabilità, al Palapartenope di Fuorigrotta, la Fim-Cisl Taranto Brindisi chiede al Governo, una maggiore attenzione al tema del lavoro, della salute e dell’ambiente, affinché quella Taranto, devastata negli ultimi decenni, dal vuoto di una la politica locale che ha disatteso le speranze dei cittadini e dei lavoratori dell’Ilva, possa ricevere le dovute risposte, attese da troppo tempo.
L’organizzazione ionico-adriatica dei metalmeccanici, presente in Campania con le rappresentanze sindacali dei maggiori gruppi industriali del territorio (Ilva, Alenia-Aermacchi, Augustawestland, Vestas) si è fatta sentire, e non poco. Significativo l’intervento della Rsu dell’Ilva di Taranto, Biagio Prisciano, che ha chiesto una celere e definitiva risoluzione della questione Ilva: «Non intervenire o ritardare l’azione consumerebbe un dramma annunciato. In questo modo il comparto siderurgico, già in agonia, andrebbe verso una dissoluzione che comporterebbe la fine dell’aziende dell’indotto e di tutta la filiera. Non possiamo permetterci – ha esclamato Prisciano – ulteriori 20mila disoccupati».
Prisciano ha evidenziato, come nonostante l’assenza di una politica industriale, la siderurgia rimane in Italia un ingranaggio fondamentale per il Paese tutto; essa rappresenta il volano dello sviluppo. Poi rivolgendosi al Premier Matteo Renzi ha detto: «Presidente Renzi, il mondo del lavoro si è ammalato da tempo, cresce la disoccupazione, si continua a perdere il lavoro e Taranto, l’Italia tutta, non ha bisogno di precarizzazione e licenziamenti; la dignità di ogni lavoratore non può essere compromessa, mettendo le mani sull’articolo 18. Il lavoro – ha rimarcato Biagio Prisciano – viene prima di tutto e non averlo significa non poter costruire il proprio futuro, non avere una famiglia, dei figli, la dignità; insomma, una Repubblica fondata sul lavoro scomparso, su una ripresa annunciata che mai arriverà. Se queste sono le riforme per il Paese il disastro totale è ormai ad un passo».
Ritornando sul capitolo Ilva, «noi lavoratori dell’Ilva, non accettiamo di patire la scelta tra la propria salute ed il proprio lavoro, perché non può esserci risoluzione per l’Ilva se non affrontando seriamente la questione ambientale. Il nostro territorio, devastato da una crisi che non ha precedenti, ha bisogno di una maggiore attenzione da parte del suo Governo: Presidente Renzi, di tutte le istituzioni, per raggiungere quel cambiamento, che riconsegni a tutti, nessuno escluso, di vivere e lavorare decorosamente».
Infine, circa l’ipotesi di nazionalizzare lo stabilimento, Prisciano ha affermato: «Non ci possono essere sconti per qualcuno – chiunque sia – e non si può caricare su di noi, il prezzo di una ambientalizzazione a nostre spese, di tutta la collettività, in quanto lo Stato siamo noi e questo significherebbe, essere colpiti per una seconda volta, ritornare ad una seconda Italsider. Si può immaginare un breve periodo, se serve per mettere l’Ilva nelle condizioni di partire con le proprie gambe, attraverso l’ingresso della Cassa depositi e prestiti. Ma sia chiaro – ha concluso – chi inquina paga: chi ha inquinato, deve pagare».