L’1 maggio anomalo dei Lsu
Ci sono lavoratori che avranno ben poco da festeggiare in questo primo maggio lucano. Sono i circa 430 lavoratori socialmente utili che operano, in alcuni casi da 15 anni, in diversi Comuni della regione per poco più di 500 euro mensili e senza copertura previdenziale. Si tratta di uno zoccolo duro che sopperisce alle carenze strutturali delle piante organiche per effetto dei tagli ai trasferimenti e del blocco delle assunzioni negli enti locali. “Una realtà che langue da 15 anni e che rischia di diventare una vera e propria emergenza sociale”, evidenzia il segretario regionale della Cisl, Enrico Gambardella, che denuncia la mancanza del regolamento attuativo della norma prevista nell’ultima legge finanziaria regionale che disciplina gli incentivi per la riduzione della platea degli Lsu attraverso la stabilizzazione nel pubblico e nel privato o l’intrapresa di un’attività di lavoro autonomo. “La finanziaria regionale – spiega il segretario regionale della Cisl, Enrico Gambardella – con l’art. 39 fa passare l’incentivo da una cifra fissa di 15 mila euro lordi per ogni lavoratore a una cifra che può arrivare fino a 50 mila euro, commisurata all’anzianità anagrafica del lavoratore. Il problema è che siamo ancora in attesa del regolamento di attuazione senza il quale la norma non è applicabile e di fatto si blocca ogni possibile iniziativa per dare una prospettiva occupazionale migliore a questi lavoratori. Anche le imprese private, infatti, in una situazione di incertezza normativa e finanziaria, non possono procedere all’assunzione dei Lsu”.