La barzelletta dell’arrivo dei giapponesi in Basilicata
L’arrivo dei giapponesi a Tempa Rossa non cambierà la vita delle comunità del Sauro, a differenza di quella dei manager della Total che ha avviato un’operazione di riquotazione in Borsa e che quindi continua a speculare sul greggio lucano. Per questo, tra i tanti commenti, analisi e servizi di esperti, economisti, giornalisti italiani ed esteri che se ne sono occupati, quello che ho trovato più appropriato è il commento letto nel sito del Corriere della Sera. “Ci sono un francese, un anglo-olandese e un giapponese in Basilicata. Sembra l’inizio di una barzelletta, invece è la situazione che si è venuta a creare dopo la cessione del 25% del campo petrolifero di Tempa Rossa da parte della Total (francese) alla Mitsui E&P Italia srl (giapponese)”.
Proprio così: siamo alla barzelletta perché il petrolio lucano nelle mani delle compagnie petrolifere fa ridere chiunque viene a conoscenza del misero 10% di royalties concesso a Regione e Comuni. E l’operazione “franco-giapponese” testimonia quali interessi economico-finanziari muova il greggio di Tempa Rossa e, contemporaneamente, come siano sempre più briciole i benefici per “il popolo del petrolio”.
Così in attesa che si formi un nuovo Governo al quale il nuovo Parlamento deve chiedere impegni precisi (fanno bene in Regione a tenere gli occhi aperti in questa fase di vergognoso e subdolo inter-regno sui tecnici Passera-Clini che stanno accelerando il Piano Nazionale di Energia) chiediamo che a livello regionale la nuova Giunta assuma un’iniziativa vera e determinata. Non è più tempo di lettere formali e demagogiche al Premier Monti come a giorni alterni il Governatore-sceicco e tanto meno di incontri di cortesia con gli uomini di Eni e Total. La verità è che il Governo ha comunque una sua strategia sullo sfruttamento degli idrocarburi del sottosuolo lucano mentre la Giunta regionale si è fermata al Memorandum senza incassare alcun risultato. Tutto ciò mentre persino il Vulture-Melfese, area agricola migliore, fa gola alle compagnie. Continuiamo perciò a sostenere che ci vuole un assessore all’Ambiente capace e ben “attrezzato” a contrastare le compagnie perché l’unica trincea che abbiamo in Regione è il Dipartimento Ambiente e di conseguenza c’è bisogno di un nuovo direttore generale anch’egli con un alto profilo non solo professionale ma di sensibilità civile ed ambientalista. Non mancano giovani professionisti lucani che hanno le credenziali per fare il direttore generale come in Consiglio ci sono consiglieri su cui si può scommettere. Altrimenti continueremo ad essere la solita barzelletta sulla bocca di tutti
Filippo Massaro – CSAIL Indignati Lucani