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La battaglia contro il pirogassificatore di Metaponto

La Regione Basilicata, nonostante la palese assurdità dell’esistenza di una vera e propria emergenza rifiuti di fronte ad un numero cospicuo di abitanti (un’emergenza che pare desiderata da certi settori), nonostante gli ammonimenti di commissioni parlamentari e l’insistenza che ormai da anni giungono dai territori non ha ancora approvato un Piano Regionale dei Rifiuti, così come prevede la legge per regolamentare una disciplina così delicata e importante.
In assenza di questo piano, ma forse sarebbe meglio dire grazie all’assenza di questa pianificazione, la giunta regionale ha deliberato in deroga la costruzione e l’ampliamento di “dieci cittadelle industriali dove il rifiuto si trasforma in prodotto che produce soldi: il «Cdr». Letteralmente: «Combustibile da rifiuto» (cfr Gazzetta del Mezzogiorno).
Molte di queste attività, che generalmente muovono intrecci di interessi fra politici e privati a nostro parere non sempre limpidi, sono attività fortemente impattanti dal punto di vista ambientale ed economico e prevedono massicce importazioni di rifiuti dalle altre regioni, come nel caso del pirogassificatore previsto per Metaponto. Il nostro territorio, in questo modo, non solo si trova ad essere privo di un Piano Regionale dei Rifiuti razionale e compatibile, ma a diventare un hub dei rifuti per buona parte del sud Italia.
Di fronte a tutto ciò i Comuni che asseriscono di voler puntare sulla raccolta differenziata hanno intenzione di continuare a non dire e a non fare niente?
Il 25 febbraio scadono i termini per la presentazione del ricorso al TAR riferito al Pirogassificatore di Metaponto.
Inutile ripetere in questa sede le numerose incompatibilità, incongruenze e illegalità che accompagnano questo progetto fin dal suo concepimento, inutile ribadire l’assurdità di un ecomostro che vuole stabilirsi nel bel mezzo della campagna metapontina a due passi del suo più alto patrimonio archeologico e turistico. Gli amministratori del Comune di Policoro, di Pisticci, Scanzano, Bernalda conoscono bene l’impatto che il pirogassificatore avrebbe sull’intero metapontino e sono già ampliamente a conoscenza della situazione, dal momento che sono stati già informati per mezzo stampa, blog e, non ultimo, telefonicamente da diversi rappresentanti dei comitati. Sanno anche che i comitati, sorti spontaneamente nel metapontino, sono disponibili da subito a fornire gli strumenti e le argomentazioni legali per il riorso al Tar o per un’eventuale Memoria d’intervento del comune policorese. A questo punto:
– Data la gravità e l’illogicità degli investimenti, gli interessi intrecciati e le ripercussioni in termini ambientali ed economici;
Dato l’impatto sociale che, sull’agricoltura, sul turismo e su tutti gli altri settori trainanti del nostro territorio, inevitabilmente provocherebbe l’opificio (tra l’altro inserito in una serie di interventi simili volti a trasformare il volto economico, ambientale e sociale della regione);
dati i numerosi elementi di illegalità riscontrati;
Chiediamo ai Comuni di Policoro, Bernalda, Ginosa, Pisticci, Scanzano di presentare ricorso al Tar o intervento nel ricorso già presentato dal WWF (sez. Matera)
Ass. Karakteria
Ass. Cova Contro
Coop Archeo Art
Mediterraneo No Triv
No Scorie Trisaia
No Scorie International
Policoro è tua

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