La CGIL chiede la revoca della concessione all’azienda Cutolo
“Abbiamo appreso, con nostro sommo stupore, che all’incontro di ieri, convocato dall’Assessore alle attività produttive Restaino, la Società Acque Rionero SpA, non solo non si è presentata, ma avrebbe consegnato un verbale del proprio Consiglio di Amministrazione, del giorno 3 giugno u.s., i cui contenuti sono a dir poco fuori luogo e palesemente falsati. Risulta chiara la mal celata irresponsabilità per la risoluzione del rapporto di fitto con l’azienda Cutolo e la grave situazione finanziaria che, artatamente, l’azienda vuole scaricare sui lavoratori, colpevoli di avere esercitato il diritto di sciopero a causa di un endemico ritardo nel pagamento dei salari”. Lo afferma in un comunicato il segretario regionale della Cgil Antonio Pepe.
“Non sfugge, a voi, – aggiunge Pepe rivolto alla Regione -l’intrigo delle costituzioni e variazioni di fantomatiche società, fra l’altro senza liquidità finanziaria, ma ancor più grave, anche senza affidamenti bancari, ergo: nessuna affidabilità presso il sistema creditizio non solo locale ma anche laziale, sede della stessa Paninvest SpA. Allo stato dei fatti ciò non solo è inaccettabile sotto il profilo, etico, morale e sociale ma profondamente lesivo della dignità di quanti, lavoratrici e lavoratori, hanno prestato la loro opera presso l’Azienda Cutolo Michele e figli srl: la vera titolare della concessione di coltivazione della risorsa acqua e responsabile del licenziamento dei lavoratori.
Pertanto, al fine di evitare un ulteriore aggravamento della situazione sotto il profilo sociale, poiché ci è giunta notizia del mancato pagamento degli oneri concessori, da parte della stessa azienda Cutolo, chiediamo che la Regione Basilicata, nei modi e termini previsti dalla legge regionale n. 21 del 1.3.2005, avvii le procedure necessarie per la revoca della concessione sopra richiamata e nel contempo si provveda a ricercare un interlocutore credibile dal punto di vista industriale e produttivo a cui riassegnare le concessioni di coltivazione dell’acqua al fine di garantire la ripresa produttiva ed occupazionale”.