La Cia dice no allo spesometro trimestrale per i piccoli produttori
“No allo ‘spesometro’ trimestrale per i piccoli produttori. Un ennesimo adempimento burocratico che va in direzione opposta alla semplificazione amministrativa e che quindi bisogna correggere o annullare”. E’ quanto afferma la Cia-Agricoltori Italiani, in merito alla disposizione contenuta nel Decreto fiscale che prevede l’obbligo della comunicazione trimestrale delle fatture di vendita e d’acquisto per tutti gli agricoltori titolari di partita Iva.
“L’agricoltore – è scritto nella nota – perde un giorno su quattro per colpa della burocrazia, circa 90 giornate l’anno a svolgere pratiche e adempimenti di legge: troppe e troppo onerose. Faldoni e scartoffie di ogni genere per mettersi in regola, per la cui gestione le aziende possono spendere fino a 21mila euro. Senza contare il pellegrinaggio tra i vari uffici dell’amministrazione pubblica, che può durare anche due anni. Per le stesse pratiche, nei Paesi del Nord Europa basta invece esibire la stampa di tre mail di posta elettronica certificata”.
Per la Cia inoltre, così com’è, lo spesometro è inutile ai fini della lotta all’evasione fiscale; oneroso perché comporta un aggravio di servizio per le imprese; dannoso perché determina insofferenza fra i piccoli agricoltori e discredito nella Pubblica amministrazione costretta a un’attività obiettivamente vessatoria.