La comunità di Monte Li Foj minacciata nella sua integrità territoriale
Dopo le richieste di prospezioni avanzate dall’ENI ed il discutibile progetto d’impianto di pompaggio a lago Oscuro la nostra comunità è nuovamente minacciata nella sua integrità territoriale. Infatti, Monte Li Foj è oggetto di due nuovi progetti che impongono a tutti, alle comunità che vivono all’interno di questo territorio ed ai rappresentanti della politica, di porre al centro del dibattito il destino di questo complesso montano.
Il primo dei due progetti è relativo a due impianti eolici, entrambi di circa 30 MW, da realizzarsi a ridosso del monte in territorio di Potenza: il primo impianto, appaltato alla WIN CAP, dovrebbe essere composto di 13 pale complessivamente alte circa 125 metri, mentre il secondo, affidato alla ASIA, prevede 9 pale (sempre da 125 metri) per un totale di 27 MW. Inoltre, nel progetto è prevista una sottostazione di trasformazione che provocherà ulteriori problemi di natura infrastrutturale e ambientale alla comunità picernese, in quanto essa sarà situata in territorio comunale e sarà composta da due elettrodotti che partendo dagli impanti eolici raggiungerebbero Tito Scalo.
L’altro progetto è un radar meteorologico doppler che, come è scritto nella relazione allegata al progetto della Protezione civile, ha come obiettivo il monitoraggio dei fenomeni meteorologici e l’allertamento di protezione civile per il rischio idrogeologico ed idraulico. Tale progetto verrà realizzato nell’ambito di un programma nazionale per il potenziamento delle reti di osservazione dei fenomeni meteo-idro-pluviometrici. Il radar metereologico previsto dovrebbe essere al centro della zona SIC di Monte Li Foj ed avere un’altezza di 22,6 metri, una potenza di picco del trasmettitore di 500 Kw ed uno sviluppo della linea elettrica di 2500 metri.
La questione estremamente grave è che non viene in alcun modo tenuto conto della necessità di discutere intorno alla destinazione di un luogo che è parte imprescindibile della vita dei picernesi e non solo.
Oggi Monte LiFoj sembra essere diventato luogo di conquista di chiunque pensi di poterne trarre profitto, e sembra che tutto questo avvenga senza la volontà degli amministratori di discutere con i cittadini circa il destino di una parte vitale del proprio territorio.
A questo punto riteniamo doveroso porre all’attenzione di tutti, in particolar modo delle istituzioni comunali e regionali, le seguenti questioni: sono davvero necessari questi progetti? Quali saranno le loro ricadute sull’ambiente e sulla salute delle comunità? Quali saranno, qualitativamente e quantitativamente, gli effetti che l’inquinamento elettromagnetico generato avrà sugli uomini e sulla fauna? La produzione podolica sarà danneggiata? Il paesaggio del bosco sarà snaturato? Sulla “bilancia” costi-benefici siamo sicuri che il piatto non rischi di oscillare ancora una volta, come ci ha già drammaticamente dimostrato il caso della Val d’Agri, dal lato dei costi? Siamo disponibili a svendere un territorio dall’identità ecologica unica? Qual è la strategia del Comune di Picerno sulla gestione ed il futuro di Monte LiFoj?
Conservare, preservare, sviluppare “sostenibilmente”. Riteniamo che sia intorno a questi tre concetti che bisogna iniziare a ragionare e confrontarsi, senza assoggettarsi passivamente a decisioni che vengono prese lontano dal territorio e rispondono a logiche economiche meramente private. Logiche, queste, che spacciano per “progresso” ciò che in realtà altro non è che pura mercificazione di risorse naturali e che pertanto, ben lontane dal creare sviluppo per le comunità, mirano solamente a generare profitto per pochi.
Infine, è bene chiarire che tali dubbi non nascono, come troppo semplicisticamente si potrebbe pensare, dalla volontà di avviare una guerra tra assertori del progresso e difensori oltranzisti dell’ambiente, ma che essi altro non sono che il frutto della preoccupazione della comunità locale riguardo il futuro della propria terra e l’utilizzo delle relative risorse naturali. Una difesa efficace del territorio ha assolutamente bisogno di una strategia a lungo termine che non può non coinvolgere la comunità locale e che pertanto necessita di una preventiva interlocuzione con la cittadinanza tutta, dai singoli cittadini ad associazioni e comitati che operano sul territorio fino alle sue istituzioni.
A nostro avviso senza dubbio il primo passo per una gestione pubblica e trasparente del territorio consiste in una condivisione integrale delle informazioni relative a progetti, richieste di sfruttamento e modalità con cui si decidono le compensazioni. Pertanto, chiediamo urgentemente al Comune di Picerno di rendere pubblica sul sito istituzionale la documentazione riguardante i progetti in questione. Inoltre, invitiamo le istituzioni comunali a farsi promotrici di un incontro urgente con i tecnici delle società coinvolte, al fine di poter chiarire meglio le questioni relative all’impatto che tali progetti avranno sulla salute dei cittadini e sull’integrità dell’ambiente e per ridiscutere le misure di compensazione ambientale, che dovrebbero essere utilizzate sul territorio direttamente interessato dai lavori.
Antonio Genovese – Presidente Associazione Amici di Monte LiFoj
Laura Conte – Presidente Associazione Genitori Picerno (AGEPI)
Antonio Curcio e Francesco Esposito – Referenti Comitato no-petrolio Picerno
Donato Grimaldi – Presidente Legambiente Picerno Unitre