La consigliera di parità lucana chiede rappresentanza di genere nelle giunte comunali
“Il mio augurio di buon lavoro va a tutti i neo sindaci, ma voglio rivolgere un augurio speciale alle neo sindache Mariangela Coringrato, Tania Gioia e Fiorella Pompa e alle consigliere comunali elette in numero sempre più crescente, auspicando che tutti e tutte mettano in atto, in primo luogo, la necessaria sensibilità paritaria”. Lo dichiara la consigliera regionale di Parità Ivana Pipponzi.
“La mancata rappresentanza di genere – aggiunge – vulnera grandemente il principio della democrazia paritaria che postula l’imprescindibile necessità dell’apporto congiunto, di intelligenza come di sensibilità, di competenza e di visione del mondo, che solo l’armonica compresenza di uomini e donne può conferire al corretto esercizio dell’attività amministrativa”.
A questo proposito, in qualità di Autorità garante della parità e delle pari opportunità e nell’ambito della sua attività di vigilanza e controllo, la consigliera Pipponzi ha inoltrato, come di consueto, una nota a tutti i sindaci eletti in questa tornata evidenziando le regole da seguire per una corretta composizione delle giunte.
“Non specificando la quota di genere che deve essere assicurata, ne consegue che le regole che prevedono deve essere garantita la presenza del sesso meno rappresentato in misura non inferiore al 40 per cento dei componenti dell’organo collegiali – prosegue Pipponzi – non è vincolante per gli Enti territoriali con popolazione inferiore ai 3.000 abitanti. Nonostante ciò, il sindaco che ritenga di derogare al principio della pari rappresentatività è tenuto a motivare congruamente sull’impossibilità di rispettarlo, relazionando e documentando sull’attività istruttoria svolta. Peraltro, in alcuni casi lo Statuto comunale prevede anche la possibilità di attingere a un assessore esterno. In questo caso è obbligatorio effettuare un pubblico interpello rivolto al genere meno rappresentato, per richiedere in forma pubblica la disponibilità a comporre la giunta stessa, come stabilito dalla sentenza n. 237/2018 del Tar Basilicata che ha annullato la delibera sindacale di un Comune lucano con meno di 3.000 abitanti. Quanto ai Comuni con oltre 3.000 abitanti è previsto che nessuno dei due sessi possa essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento con arrotondamento aritmetico. “Ovviamente anche per queste amministrazioni comunali – conclude Pipponzi – vale la regola della necessità di documentare l’istruttoria messa in campo per garantire la rappresentanza di genere”.