La dichiarazione del Consigliere Regionale Enzo Acito sulla Scuola “Nitti” di Matera
Il quartiere di Serra Venerdì, a Matera, ha rappresentato un grande esempio di integrazione sociale, realizzato nei pressi di una zona residenziale, con l’intento di consentire uno “scambio costante” fra le due diverse anime di quel pezzo di città. Progettato nel 1955 e realizzato poi in soli due anni, è stato concepito come un tessuto vivo e complesso da uno dei maggiori architetti ed urbanisti dell’epoca, Luigi Piccinato, insignito anche del premio Internazionale Feltrinelli dall’Accademia dei Lincei, nel 1983, ed ha curato la definizione della voce “Urbanistica” dell’Enciclopedia Italiana, per Istituto dell’Enciclopedia Italiana.
Considerato il padre della moderna urbanistica in Italia, come ci ricorda la voce che la Treccani gli dedica, Piccinnato ha firmato i progetti di riqualificazione urbanistica di valore in tutta Italia, come la stazione centrale di Napoli, il teatro Quirino a Roma, teatro Puccini a Milano, piani di riqualificazione di grandi città da nord a sud. Nella lunga lista, anche la “chiesa, scuola materna, ginnasio e mercato ortofrutticolo coperto del quartiere Serra Venerdì di Matera”, come si legge negli archivi di architettura italiana.
Parliamo quindi di un edificio che vanta un valore, artistico, urbanistico e storico, che però non è stato assolutamente contemplato nel corso del Consiglio Comunale di Matera, a data 30 dicembre 2019, in cui si è deciso per l’abbattimento della scuola “S.F.Nitti”, ovvero l’istituto scolastico di cui si parla nei maggiori testi di architettura d’Italia, e che è sito proprio nel quartiere Serra Venerdì a Matera. L’atto amministrativo, nello specifico, riguarda l’approvazione del programma triennale dei lavori pubblici 2020-2022, che prevede fra le voci anche l’abbattimento e la ricostruzione delle scuole Torraca e Nitti, per un importo complessivo di 3.700.000,00 euro, inserito nell’elenco Annuale 2018 dei lavori pubblici.
Che il plesso scolastico fosse stato lasciato nella completa incuria, come si denuncia pure di molti istituti scolastici in tutta Italia, questo è risaputo. Che il bene primario sia la salute e la sicurezza degli studenti e degli insegnanti, questo è indiscutibile. Ma che si preferisca abbattere questo edificio, pezzo importante della storia e dell’identità della nostra città, piuttosto che investire per ripristinarlo, questo va capito meglio, ed io qui voglio metterlo in discussione.
È del 4 gennaio la nota del Sindaco De Ruggieri, che prevedeva la chiusura immediata del plesso scolastico “F.S.Nitti”, per la caduta di calcinacci dal soffitto di uno dei locali dell’immobile. Sembrava fosse una soluzione temporanea, ma abbiamo poi appreso della volontà di questa amministrazione comunale di voler accentrare alcuni plessi scolastici, compresi gli alunni della scuola Nitti, presso i locali dell’ex Centrale del Latte di Matera.
Che questa soluzione possa essere la più conveniente, dal punto di vista meramente economico, è comunque da dimostrare, vista l’ingente somma stimata e messa a budget per abbattimento e ricostruzione. Ma non credo che sia possibile ridurre ad una mera questione economica la tutela del patrimonio architettonico di una città che dovrebbe puntare alla valorizzazione di queste “preziose perle” di storia e cultura.
Non entriamo, qui, nel merito della destinazione dell’immobile, ma puntiamo l’attenzione sulla necessità di tutelare un patrimonio inestimabile, che andrebbe ripristinato, ed eventualmente destinato ad altra funzione che potremmo immaginare, nell’ottica della gentrification e della valorizzazione dell’eccellenza e del patrimionio storico artistico. Si potrebbe immaginare, ad esempio, la costituzione di una “casa dell’architettura”, che punti a promuove la cultura architettonica attraverso mostre, premi, conferenze, incontri e iniziative di carattere nazionale. Matera e la Basilicata tutta meritano una gestione più qualificata e capace di immaginare nuovi scenari di crescita e sviluppo.