La Fase 2: bisogna incentivare la mobilità ciclistica
La fine delle restrizioni per la gestione di emergenza di contrasto della diffusione della Covid-19 porterà una nuova condizione di emergenza traffico nelle città italiane. Lo scenario è quello per cui l’uso del trasporto pubblico locale sarà fortemente ridotto, sia a causa del mantenimento delle restrizioni, sia causa della sfiducia della popolazione nel prendere i mezzi pubblici. Il trasporto pubblico locale sposta quote rilevanti di cittadini, fino al 55% nelle grandi città, a cui si aggiunge l’enorme movimento di persone che usano i treni pendolari. Una volta adottate tutte le misure possibili per mantenere e migliorare i servizi di trasporto pubblico, è comunque inevitabile che quote importanti di questi spostamenti abbandoneranno il trasporto pubblico e cercheranno altre forme di mobilità.
In assenza di interventi mirati è facile prevedere che molti di coloro che abbandoneranno il trasporto pubblico sceglieranno di muoversi in automobile, (i dati preliminari provenienti dalla Repubblica Popolare Cinese vanno in questa direzione): se questo dovesse avvenire assisteremo al collasso della mobilità nelle città italiane, a partire dalle città metropolitane e alla conseguente insostenibilità in termini di emissioni.
La ripresa graduale della (nuova) normalità impone scelte di campo precise da parte degli amministratori, soprattutto per quanto riguarda il delicato tema dei trasporti. Il distanziamento sociale obbligatorio ci accompagnerà per i mesi e sarebbe dunque rischioso, oltre che complicatissimo, pesare soltanto sui mezzi pubblici. Così la bicicletta diventa l’alleato fondamentale per garantire salute e sicurezza nelle città.
La FIAB (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta) lo ha anche spiegato in una lettera aperta indirizzata alla politica e alle istituzioni al livello nazionale, in cui presenta sette proposte concrete per la Fase 2, tra cui gli incentivi al bike to work e all’acquisto delle bici a pedalata assistita.
In Basilicata tutto il settore della mobilità ciclistica va organizzato da zero. Però, ricordiamo che il Consiglio Regionale della Basilicata tre anni fa approvò all’unanimità una mozione per l’istituzione dell’Ufficio mobilità ciclistica. A redigerla fu il consigliere Gianni Leggieri del Movimento 5 stelle, con una proposta che impegnava la Giunta a tradurla in concreto. Nel 2017, anno internazionale del turismo sostenibile proclamato dall’ONU, anche la FIAB spinse affinché le Regioni si attivassero per la promozione e per l’accoglienza cicloturistica.
Purtroppo l’Ufficio mobilità ciclistica non è mai entrato davvero in funzione, ma oggi è il momento giusto per investire in questo settore per dare un supporto alla mobilità che caratterizzerà la Fase 2 dell’emergenza sanitaria. Allo stato attuale non c’è visione né concertazione sul tema, sia nelle fasi di programmazione e ricerca e gestione fondi, che nella fase di realizzazione degli interventi. Una situazione determinata dal coinvolgimento di diversi uffici regionali, dai trasporti all’ambiente, che rende indispensabile una cabina di regia unica su tema, che, in collaborazione con la task force attività produttive della regione Basilicata, possa attivare il prima possibile gli strumenti necessari a una programmazione dell’immediato futuro della nuova mobilità che caratterizzerà della Fase 2 dell’emergenza. Si tratta di un momento estremamente delicato ma anche decisivo, perché consentirà di sperimentare moltissimi interventi e strumenti anche al livello comunale, che potranno cambiare radicalmente il volto delle città e la qualità della vita delle persone: e se da un lato agevoleranno e tuteleranno chi già usa la bicicletta come mezzo di trasporto, dall’altro saranno un incentivo per molti nuovi potenziali ciclisti urbani.
L’istituzione dell’ufficio di mobilità ciclistica dovrebbe essere il primo e cruciale passo per intraprendere la strada del cambiamento. Oltre a quello regionale sarebbe fondamentale che si istituisse anche nei due capoluoghi di provincia, per dare l’inizio a un reale e adeguato percorso di programmazione e progettazione degli interventi, attraverso meccanismi di concertazione e coinvolgimento di realtà e associazioni che possano tradurre le necessità delle utenza deboli, e soprattutto per dare un forte segnale a dimostrazione che il tema della mobilità in bicicletta è un tema prioritario e non, come fino a ieri, relegato alla sola funzione ludico-ricreativa.