La festa della donna 2014 al Musma
Sabato 8 marzo 2014, dalle 10 alle 14 e dalle 16 alle 20, il MUSMA offre l’ingresso ridotto a tutte le donne che si recheranno al museo per la visita alla collezione permanente e alle mostre temporanee attualmente in corso. Il Museo della Scultura contemporanea di Matera ha voluto chiamare questa giornata “Le muse operose come api dell’universo”, dal titolo di un racconto di Maria Lai, la grande artista sarda protagonista della mostra temporanea visitabile fino al 26 giugno 2014, per sottolineare la tenacia, la costanza e, nello stesso tempo, la grazia e l’armonia che le donne, come api operose, cercano di infondere nel lavoro e nella vita di tutti i giorni. Partendo da una fiaba della tradizione sarda, ripresa da Salvatore Cambosu, suo insegnante e amico di una vita, Maria Lai spiega che le muse operose sono le Janas, piccole fate, nate per un distratto gesto divino da uno sciame d’api, che insegnarono alle donne sarde a filare e a tessere. Dal rigore delle Janas e dalla pazienza delle tessitrici sarde, condizioni essenziali per la creatività, nacquero i tessuti delle donne isolane, popolati di immagini ritmiche e simboliche. Qui si ferma il racconto di Cambosu e continua quello della Lai che narra come da queste immagini derivò l’alfabeto e, con l’alfabeto, la scrittura, la memoria e, infine, quando la memoria conquistò il ritmo, nacque la poesia. Con le loro tessiture, con i fili leggeri e impalpabili che si trasformano in tessuti, le Janas e le donne, che da loro hanno imparato il mestiere, ricamano una trama e donano poesia allo scorrere dell’esistenza.
In molti dei racconti che Salvatore Cambosu ha dettato a Maria Lai, nella raccolta dal titolo emblematico Miele amaro, centrale è il ruolo dell’operosità e dei sacrifici che le donne devono affrontare nel vivere quotidiano, fatto di dolcezza e bellezza ma anche di dolore e difficoltà.
Nel racconto La sposa alla finestra la protagonista osserva dalla sua abitazione “la casa della venditrice di sanguisughe; quella dell’infornatrice che è un brutto mestiere, specialmente d’estate; la lavandaia mercenaria che va scalza al fiume in ogni stagione, la rivenditrice d’uova che fa la spola tra il villaggio e la città” e anche “la prefica che con le sue rime ci strappa il cuore nelle ore più tristi, ma il dolore si fa più dolce”.
Come se fosse una tessitura delle Janas, un nastro adesivo di tessuto colorato, partendo dalle Sale della Caccia, spazio espositivo della mostra dedicata a Maria Lai, segnerà un percorso che condurrà i visitatori a scoprire le opere delle tante artiste presenti nella collezione permanente del museo. Un nastro adesivo che simboleggia le due funzioni fondamentali dell’arte, guidare e unire una comunità troppo spesso senza orientamento e con i suoi membri a volte affannati in conflitti senza fine. L’arte è una Jana che con il suo lavorare lieve e ardito, delicato e forte, apre una porta sull’universo perché non ci sfugga e ci consola con “una carezza e un sorriso di luna”. La pagina fb del museo raccoglierà commenti, suggestioni e sensazioni dei visitatori su questo inusuale modo di scoprire e visitare il museo. Nel corso della giornata, nella Biblioteca “Vanni Scheiwiller”, cuore pulsante del Museo, sarà proiettato il video “Legarsi alla montagna”, sull’intervento ambientale realizzato da Maria Lai a Ulassai nel 1981.