La Fials chiede l’intervento delle autorità competenti sulle progressioni verticali dell’ASP di Potenza
Continua il duro braccio di ferro tra il sindacato FIALS e l’Azienda Sanitaria di Potenza sulle progressioni verticali mai espletate e recentemente annullate, dopo anni di battaglie e richieste di chiarimenti da parte di centinaia di lavoratori che si sentono «defraudati di una possibilità di carriera», nonché «vittime» di disparità di trattamento. E l’aspra querelle approda pure sul tavolo della Procura Generale presso la Corte dei Conti. «La disciolta Azienda Sanitaria n. 2 di Potenza – spiega la segreteria regionale Fials – aveva bandito nel 2008 delle progressioni verticali, decidendo arbitrariamente di proseguirne e completarne soltanto alcune, creando disparità di trattamento e contraddicendo ai principi di imparzialità, correttezza e buona fede dell’azione amministrativa”.
“Nonostante le varie diffide succedutesi in questi anni – continua la sigla autonoma – solo adesso la direzione aziendale dell’ASP, che si era sempre trincerata dietro all’attesa di pareri richiesti al Ministero della Funzione Pubblica, esce allo scoperto. In seguito alla diffida inoltrata per conto della Fials dagli avvocati dello studio legale della Fials Nazionale, Nicola Roberto Toscano e Gaetano Giampalmo del Foro di Bari, docenti Universitari specializzati nel diritto del lavoro – la direzione Aziendale, che ha sempre nicchiato, sollecitata a dare una risposta dalla Dirigente Generale del Dipartimento politiche della persona, ha spiegato che il blocco totale delle assunzioni, a qualsiasi titolo, nonché la sospensione delle procedure concorsuali che non erano giunte a nomina dei vincitori, era stato imposto nel 2010 dalla Regione. A questo punto vengono al pettine diversi nodi e si chiariscono sospetti per anni sottaciuti seppur molto vociferati: il tergiversare su queste procedure concorsuali, sino ad arrivare al loro blocco, provava a “tutelare” qualcuno non rientrato nell’elenco ammessi eppure ben agganciato?”.
“La risposta della Direzione Amministrativa dell’Asp – spiegano gli avvocati Toscano e Giampalmo – ha l’unico effetto di confermare la sussistenza di netti profili di illegittimità nella vicenda, manifestando essa un comprensibile imbarazzo a giustificare una scelta obiettivamente insostenibile, quale è quella di revocare per ipotetici “vizi di merito e con efficacia ex nunc” i provvedimenti del 2008 di indizione delle procedure di progressione verticale del personale del comparto “limitatamente alla parte di essi che non ha trovato effettiva attuazione con l’espletamento delle procedure selettive interne e la nomina dei vincitori, nonché con la loro assunzione”». «E’ appena il caso di replicare – spiegano i legali – che, trattandosi di procedure selettive già indette prima del 1° gennaio 2010, esse, esattamente al pari di quelle omologhe e contestuali già esaurite con la proclamazione dei vincitori dopo l’entrata in vigore della riforma “Brunetta”, andavano portate a compimento in applicazione della precedente normativa, vista la ricorrenza della doppia condizione: di risultare inserite in atti di programmazione approvati prima della entrata in vigore del d.lgs. n. 150/2009; di risultare inserite in bandi regolarmente approvati, nell’osservanza di tutte le altre prescrizioni di legge che consentano l’assunzione, anteriormente all’entrata in vigore del decreto legislativo, ivi compreso il rispetto della quota di riserva all’esterno e del titolo di studio eventualmente richiesto per il profilo». «Sorprende, infine – concludono – il richiamo alla sentenza di Cassazione, Sez. Unite, del 1996, n. 4570, posto che la pronuncia in questione riguarda il lavoro dipendente da società privata (Cirio s.p.a.) e non rapporti di pubblico impiego per i quali è l’art. 97 della Costituzione a porre un innegabile – fino a prova contraria – principio di parità di trattamento e di imparzialità tra i dipendenti, principio negato dall’Asp e contro il quale avvieremo un contenzioso risarcitorio volto a tutelare la posizione dei dipendenti illegittimamente esclusi dal percorso di progressione verticale”.