La Fials denuncia disorganizzazione e improvvisazione nella gestione dell’emergenza Covid
“Negli ultimi 10 giorni il numero dei contagiati da Covid è quasi raddoppiato, passando dai 721 casi (con 52 ricoveri) registrati al 21 ottobre, ai 1328 casi (con 90 ricoveri) del 30 ottobre. Superano invece la metà (1328 su 2547) i casi attualmente attivi dall’inizio dell’emergenza Covid. Non siamo ancora alle impennate di altre regioni e l’Indice RT è sotto la media nazionale ma la situazione è decisamente allarmante.
Anche per l’inquietante inanità della governance regionale”.
La Fials, la maggiore sigla sindacale autonoma del comparto Sanità, commenta con profonda insoddisfazione l’ultima ordinanza del presidente Bardi per il contenimento della pandemia: “In buona sostanza – osserva la segretaria regionale Luciana Bellitti – la giunta regionale si è limitata ad applicare l’ultimo Dpcm. L’unica misura di contenimento ulteriore è l’avere portato la didattica a distanza per le scuole superiori dal 75 al 100%. Per la sanità, che dovrebbe essere al centro dell’iniziativa, Bardi si è limitato a blindare ospedali, rsa, hospice e tutte le strutture sanitarie, restringendo al massimo l’accesso dei visitatori. E niente più”. “Vengono così al pettine – commenta la segretaria regionale Fials – tutti i nodi che si sono attorcigliati in questi mesi di passività del Dipartimento e delle direzioni strategiche aziendali. Del resto la stessa possibilità offerta dal decreto 40 di accedere alla visita dei familiari ricoverati, con il permesso dalla direzione sanitaria, diventa inapplicabile al San Carlo, perché nel maggiore ospedale regionale i controlli d’ingresso sono saltati. Invece di attrezzare i posti letti nei mesi free Covid ci si è accontentati dell’esistente e ora incombe il rischio di saturazione. L’improvvisazione continua a regnare sovrana”.
“Di fronte all’elevato numero di persone in isolamento domestico – aggiunge Bellitti – per la mancanza o la scarsità di sintomi ritrova stringente attualità la nostra proposta, avanzata già in primavera, a fronte di numeri di gran lunga inferiori, di acquisire temporaneamente la disponibilità di strutture di tipo “alberghiero” da attrezzare alla bisogna per l’ospitalità dei pazienti a bassa o scarsa intensità. Una soluzione a cui si stanno indirizzando più o meno precipitosamente altre regioni. Inutile quindi attendere che la situazione precipiti: per una volta si giochi, se non proprio in anticipo, almeno evitando l’affanno dell’ultimo minuto. Del resto l’estensione dei casi di isolamento domestico finisce per rappresentare anche una piccola emergenza ecologica. I rifiuti degli “isolati”, infatti, non possono essere smaltiti nel normale ciclo di raccolta, in quanto contaminati. E ci giunge segnalazione che l’Acta fatichi a tenere testa a questa esigenza: in un caso infatti si sono accumulati in casa del “paziente” ben 12 buste di rifiuti”. “Nulla è stato fatto – conclude la segretaria regionale – per ovviare alle carenze strutturali di personale ospedaliero, i ritardi accumulati nei mesi di sospensione delle attività ordinarie non sono stati recuperati, anzi le liste di attesa hanno continuato a crescere. Così a fronteggiare la nuova emergenza che incalza si trova un personale stanco, stressato e demotivato dalle promesse non onorate dalla giunta.
E’ troppo chiedere un colpo d’ala alla politica lucana e alla governance sanitaria per un serio rilancio delle iniziative di lotta alla pandemia?”.