La FIALS smonta la difesa del Direttore Generale sul caso dell’Ospedale di Lagonegro
“Giustificazioni Senza Soluzioni”: La FIALS Demolisce la Difesa della Direzione Generale sul Caso Lagonegro.Le dichiarazioni della Direzione Generale dell’AOR San Carlo sull’Ospedale di Lagonegro non solo confermano le criticità già denunciate dalla FIALS, ma evidenziano un approccio fatto di giustificazioni generiche e rimpalli di responsabilità, senza offrire soluzioni concrete. Giuseppe Costanzo, Segretario Provinciale Generale della FIALS di Potenza, non usa mezzi termini: “Ci aspettavamo chiarezza e proposte operative, ma ci troviamo di fronte a un inaccettabile fuga dalla realtà.”
Il caso del nuovo ospedale di Lagonegro rappresenta emblematicamente questa fuga dalle responsabilità. Il primo padiglione, come previsto dalla L.R. n. 2/2017, è di competenza dell’ASP di Potenza. Tuttavia, l’AOR San Carlo, che gestisce il presidio di Lagonegro, ha il dovere di intervenire attivamente, sollecitando sia l’ASP che la Regione Basilicata affinché il progetto venga portato avanti in tempi rapidi, considerata l’urgenza delle necessità territoriali. Allo stesso tempo, l’AOR San Carlo ha la responsabilità di pianificare e realizzare i lavori per gli altri due padiglioni e le opere complementari previsti nel progetto complessivo. Costanzo si chiede: “Quali azioni concrete ha intrapreso l’AOR San Carlo per sollecitare i lavori del primo padiglione? E cosa è stato fatto per i due padiglioni successivi, che rientrano nelle sue competenze?” Per il Segretario, il Direttore Generale non può limitarsi a fare il notaio delle mancanze altrui. Deve agire con decisione e dimostrare la volontà di portare avanti un progetto cruciale per il Lagonegrese.
A peggiorare la situazione, la Direzione Generale ha dichiarato che la FIALS avrebbe riconosciuto un “elevato numero di personale” nel presidio di Lagonegro durante un incontro a Melfi. Giuseppe Costanzo smentisce con fermezza, definendo questa affermazione falsa e strumentale. Il delegato si riferiva alla Radiologia di Melfi, che registra prestazioni nettamente superiori rispetto ad altri presidi, rendendo necessario un incremento di personale. Inoltre, a differenza di Melfi, dove è garantita la presenza di OSS nei turni notturni di Medicina, a Lagonegro questa figura manca del tutto. Questa disparità aggrava il carico di lavoro del personale infermieristico e compromette l’assistenza ai malati. Per Costanzo, generalizzare e distorcere i fatti per coprire le mancanze di Lagonegro rappresenta una caduta di stile imperdonabile.
Un esempio lampante di inefficienza è rappresentato dall’ascensore principale del Presidio Ospedaliero, fermo da oltre un anno. La Direzione parla di “complessità progettuali,” ma il tempo trascorso suggerisce che si stia progettando un’opera faraonica piuttosto che riparare un semplice impianto di elevazione. Un ascensore bloccato per dodici mesi rappresenta un caso emblematico di inefficienza gestionale che non può essere giustificato. In un ospedale, la mobilità non è un’opzione: è una necessità. È inaccettabile che le persone malate e il personale siano costretti a soluzioni di fortuna. Costanzo accusa la Direzione di mancanza di trasparenza, chiedendosi quali siano i tempi previsti per la risoluzione e se gli iter necessari siano stati almeno avviati. Questa mancanza di chiarezza non fa che rafforzare la percezione di un immobilismo che ha conseguenze gravi su pazienti e operatori sanitari.
La Direzione, inoltre, ha citato le linee guida AGENAS, ma senza chiarire come siano state recepite o applicate in concreto. Le linee guida AGENAS non sono un dogma: richiedono un adattamento al contesto regionale e sperimentazioni sul campo, responsabilità che spettano alla Regione Basilicata. Ma nulla è stato fatto. Non è stato fornito alcun dato specifico relativo al presidio di Lagonegro né sull’intera AOR San Carlo per dimostrare come queste indicazioni siano state tradotte in azioni reali. Richiamare le linee guida senza un’applicazione concreta significa mistificare la realtà e usare riferimenti teorici per mascherare l’inerzia gestionale.
Ad aggravare il quadro, c’è la gravissima mancata definizione dei servizi minimi e del contingente, obbligatori per legge in caso di sciopero. Da un lato, l’azienda dichiara di utilizzare una metodologia di calcolo, ma dall’altro non è in grado di definire né comunicare alle organizzazioni sindacali i turni minimi necessari. Costanzo denuncia che non è mai stata predisposta una pianificazione chiara che indichi quante unità – infermieri, OSS, tecnici e altre figure professionali – debbano essere presenti in turno per garantire il minimo indispensabile.
Nei reparti di Medicina e Pneumologia dell’Ospedale di Lagonegro, il personale è gravemente insufficiente per garantire turni adeguati. Gli OSS sono costretti a dividersi tra i due reparti, con turni notturni scoperti e un sovraccarico operativo che compromette la salute degli operatori e influisce negativamente sulla qualità dell’assistenza. Questa situazione porta inevitabilmente anche a episodi di demansionamento del personale infermieristico, costretto a svolgere mansioni non di propria competenza.
Oltre alla carenza di personale, l’ospedale soffre di una grave mancanza di strumentazione diagnostica. La dotazione di elettrocardiografi è insufficiente e non presente in tutti i reparti. Un ospedale senza un’adeguata dotazione di elettrocardiografi non può garantire diagnosi tempestive né sicurezza per le persone malate. Questo strumento è essenziale per il monitoraggio e l’identificazione di anomalie cardiache e indispensabile per migliorare l’efficienza operativa.
Di fronte a questo quadro desolante, la FIALS si rivolge direttamente al Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, e all’Assessore alla Salute, Cosimo Latronico, chiedendo un intervento immediato per mettere al centro della politica regionale il futuro del P.O. di Lagonegro. Lagonegro è un presidio fondamentale per il territorio, ma è stato lasciato al suo destino. La Regione deve dare risposte concrete, alla luce delle dichiarazioni del Direttore Generale del San Carlo, che appaiono insufficienti. La FIALS ribadisce il proprio impegno al fianco dei lavoratori e delle persone malate del Lagonegrese, denunciando con forza un sistema incapace di affrontare le proprie responsabilità. “Abbiamo atteso abbastanza,” conclude Costanzo. “Il tempo delle scuse è finito. Continueremo a essere portavoce dei lavoratori e dei cittadini, con ogni mezzo a disposizione, perché siamo ancora in un paese democratico.”