La fiammeggiante equipe olimpica è pronta a splendere
Mancano pochi giorni ormai all’avvio ufficiale delle Ofantiadi 2013. La troupe sportiva è pronta al taglio del nastro che per l’occasione si tingerà di simbolismo e ricordo. Domenica 21 luglio alle 11.30 sarà la Chiesa Madre del comune di Calitri, vincitore delle Ofantiadi 2011, ad accogliere, con una messa solenne, i giovani atleti che prenderanno parte alle competizioni sportive. La funzione religiosa vuole essere un momento di raccoglimento in ricordo dei giovani irpini scomparsi prematuramente, ed è proprio in loro memoria che verrà accesa in un braciere benedetto la fiamma olimpica. La realizzazione della fiaccola olimpica è stata affidata alle sapienti mani del maestro orafo Luciano Capossela, “dal momento che mi è stata commissionata, come per ogni opera, avevo in mente di darle un nome. Volevo, infatti, dedicarla al mio caro amico Gerardo, scomparso prematuramente l’anno scorso, grandissimo appassionato di sport e fedele ammiratore delle Olimpiadi, e a Natalie Ciccone, la giovane diciottenne di Conza, vittima di un tragico incidente sull’Ofantina. Il nome sarebbe stato GeNa 2013. Mentre lavoravo alla realizzazione dell’opera -prosegue Capossela – una nuova disgrazia scuoteva le nostre comunità, sempre sulla strada statale Ofantina, perdevano la vita altri due giovani irpini, Umberto Rosamilia e Pasquale Turri. Dopo questi drammatici avvenimenti, non riuscivo ad attribuire all’opera il senso inziale, ma mi sembrava doveroso ampliare la dedica, onorare e ricordare con questo lavoro Gerardo e tutte le vittime della strada che hanno perso la vita sull’Ofantina.” La fiamma sprigionata dalla fiaccola, vuole simboleggiare, per estensione, proprio la vita e questo sarà il messaggio che accompagnerà i tedofori nel viaggio che li porterà ad attraversare i comuni aderenti alla manifestazione. Il corteo partirà alle ore 13.00 da Calitri per poi fare tappa nei centri di Aquilonia, Bisaccia, Guardia dei Lombardi, Sant’Angelo dei Lombardi, Nusco, Lioni, Morra De Sanctis e Andretta, per poi giungere a Conza della Campania.
Giulia Graziano