La Fim Cisl rilancia l’allerta sull’indotto Stellantis di Melfi
Cresce la preoccupazione tra i lavoratori dell’indotto Stellantis di Melfi. La transizione verso le motorizzazioni elettriche, con l’avvio nel 2024 della produzione di quattro modelli di nuova generazione, pone infatti seri interrogativi sulla tenuta di molte aziende della componentistica, con possibili riflessi sull’occupazione. A lanciare l’allerta è il segretario generale della Fim Cisl Basilicata Gerardo Evangelista secondo cui “molti fanno finta di non vedere le problematiche che le aziende dell’indotto si troveranno ad affrontare nei prossimi mesi. Sia le aziende che gli operai hanno fortissime preoccupazioni per il futuro. L’elettrico è un’opportunità, tuttavia – avverte Evangelista – non vanno sottovalutati i rischi di una transizione non gestita adeguatamente”.
“Melfi – ricorda Evangelista – non è nuova ai grandi cambiamenti, si pensi all’arrivo della Jeep Renegade e della 500X nel 2014, ma tutto questo era accompagnato da un piano industriale dettagliato che coinvolgeva tutte le aziende collegate allo stabilimento. Oggi, invece, le aziende dell’indotto stanno subendo questa trasformazione e non hanno certezza sulle future commesse. Siamo dentro un paradosso organizzativo: da una parte Stellantis conferma il piano industriale per Melfi, dall’altro mancano la programmazione e il monitoraggio degli impegni per arrivare a realizzare volumi produttivi per garantire le commesse e i posti di lavoro anche nell’indotto”.
“La necessità di trasformare e attrezzare fisicamente la fabbrica lucana per le nuove produzioni – continua Evangelista – impone una congrua fase di transizione almeno fino al 2035 in cui convivranno motorizzazioni endotermiche ed elettriche, questo metterebbe le aziende dell’indotto nelle condizioni di programmare investimenti e sviluppo. Il sindacato è disposto a confrontarsi su tutto ma sempre nel rispetto dei lavoratori. A Stellantis chiediamo trasparenza attraverso un piano dettagliato dei tempi, dei volumi di investimento e delle commesse che saranno assegnate alle aziende dell’indotto, ma soprattutto garanzie certe sul mantenimento dei posti di lavoro. Per questo il tavolo regionale sulla componentistica deve entrare nel merito delle commesse che saranno assegnate, coinvolgendo anche le aziende dell’indotto e Confindustria”, conclude il segretario della Fim Cisl Basilicata.