La Fivag Cisl Taranto denuncia i ritardi ‘cronici’ del mercato di San Giorgio Jonico
Nulla risulta sia stato fatto per ottimizzare il mercato settimanale di San Giorgio Jonico, con l’aggravante che il degrado complessivo risulta oltremodo evidente, tanto agli operatori quanto ai cittadini, nonostante recenti delibere di Consiglio Comunale abbiano disposto diversamente.” Giovanni Castellano, Segretario Generale territoriale della Fivag Cisl che organizza gli operatori del commercio su aree pubbliche, torna sulla questione del mercato settimanale del martedì, rilevando tra l’altro “l’arbitrario spostamento di postazioni, avvenuto un anno fa, di cinque titolari di licenza, messi fuori dal perimetro mercatale per favorire l’ingresso nella Chiesa adiacente” ed oggi “il tentativo di reiterare il trasferimento di ulteriori 45 operatori in tal modo allungando ulteriormente il mercato di 200 mt circa.”Al danno si aggiungerebbe la beffa!
“Per la particolarità della situazione presente e per la nebulosità del progetto di trasferimento di un mercato che ha storia ventennale, la nostra opinione condivisa con la stragrande maggioranza degli operatori è che esso intanto non vada spezzettato e che, inoltre, si dovrebbe eventualmente spostare all’esclusiva condizione di farlo in uno spazio attrezzato, sempre ricadente in area urbana, ai sensi di legge” ribadisce Castellano. Un altro elemento di critica all’Amministrazione comunale è la mancata concertazione sociale, nonostante le molteplici richieste della Fivag Cisl, per fare il punto sulle criticità sopra denunciate, fra queste “la procedura per il rilascio delle autorizzazioni di Tipo A” e per riportare a verità il fatto che “nessun accordo di trasferimento sia stato mai condiviso e meno che mai sottoscritto” da questa Organizzazione sindacale.
“Ci risulta che un incontro recente è stato realizzato con alcune Associazioni di Categoria e che scientemente siamo stati tenuti fuori” conclude Giovanni Castellano, che definisce “una scorrettezza anche questa volta reiterata da parte dell’Assessore al ramo, come se un’Amministrazione pubblica si compiacesse nel fomentare un dualismo, di fatto inesistente, nella rappresentanza associativa di una categoria, come quella del commercio su area pubblica, i cui interessi sono univoci al servizio delle economie cittadine.”