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La Fondazione Lucana Antiusura “Mons. Cavalla” fa il punto della sua attività

Visto che siamo tutti stanchi di parole che non si traducono in fatti, sia permesso alla Fondazione Lucana Antiusura Mons. Vincenzo Cavalla di fare il punto su quel che le è riuscito di combinare, impegnando
fittamente il personale e i volontari propri con quelli dell’Associazione Famiglia e Sussidiarietà.
La Fondazione ha perfezionato con audacia e fortuna una proposta transattiva che ha messo al riparo dall’attacco giudiziario la prima casa di una famiglia. Con la consistente offerta di tre sorelle abbiamo coperto le rate di due famiglie azzoppate da morosità insuperabili, consentendogli almeno un respiro di moratoria.
La consegna di una rotonda mensilità da parte di un giovane parlamentare materano ci ha permesso di sciogliere dal patto di restituzione otto fra i beneficiari più deboli dei nostri prestiti diretti infruttiferi, lasciandogli la liquidità per campare. Con la stessa somma abbiamo soccorso quattro famiglie in ginocchio e abbiamo perfino inviato un significativo contributo alla mensa più benemerita del territorio.
Quanto ai prestiti che, con il Patrimonio Statale deposto presso tre Banche in convenzione, la Fondazione garantisce ai postulanti meritevoli, abbiamo caldeggiato e ottenuto la postergazione di almeno tre rate
mensili per sei assistiti le cui attività sono state interrotte di colpo dalla chiusura imperata dallo Stato.
Due privati ci hanno dato la possibilità di offrire, l’uno, un imprenditore, trenta pasti al giorno per otto giorni consecutivi a otto famiglie, l’altro, un commercialista, trentatre pasti al giorno per tre giorni ad altrettante
famiglie. Assicuriamo che il cibo provveduto è stato giudicato più che sufficiente, squisito e presentato nella maniera igienicamente più corretta.
I volontari attorno alla Fondazione, che sono gli stessi della Caritas della Parrocchia di Sant’Agnese, hanno distribuito con larghezza le derrate alimentari provenienti dal troppo poco considerato Banco delle Opere di
Carità – Basilicata che, ideato anni fa da don Michele Grieco, continua mensilmente a rifornire di prodotti gratuiti non commerciabili UE ogni ente dedito alla solidarietà.
È noto che la Fondazione Lucana Antiusura, fedele al dettato dell’Atto Costitutivo, è preposta non soltanto alla prevenzione dell’usura, ma anche alla carità così detta cristiana. Per questo ha proposto al Comune di
Matera di essere ingaggiata fra le realtà che mediano l’afflusso di quanti beneficiano dei Buoni Covid-19 presso supermercati e simili, previa convenzione.
Siamo all’inizio delle operazioni avendo piazzato circa cinquanta PIN che l’organizzazione comunale ci ha finora inviato. È un’impresa fatalmente macchinosa, svolta con qualche tensione, dovendo, nel contempo,
ottemperare alle disposizioni del Comune, sovvenire con puntualità, rispettare la privacy e pungolare gli esercizi convenzionati a un servizio imprevisto per il quale non dispongono di una organizzazione specifica.
In questo momento drammatico, la Fondazione Lucana Antiusura, nonostante quasi tre decenni di esperienza, ammette ancora una volta che è difficile riconoscere i veri poveri. Certo sussistono i soliti poveri
continui, ma vi sono gli impoveriti delle ultime stagioni e adesso i precipitati di questi giorni amari.
È lecito aspettarsi che Istituzioni, Associazioni e privati responsabili della solidarietà congiungano una buona volta per tutte i loro dati, impipandosene di una cattiva interpretazione della legge sulla privacy, e
concertino un affrontamento unanime delle povertà e dei suoi cristi censiti nella maniera più rigorosa possibile.
E i protagonisti della carità usciti dalla società civile, non è il caso che, pur prestando una generosa supplenza alle Istituzioni, esigano dalle stesse un accresciuto servizio scevro da condizionamenti di ogni genere?
Ci resta da chiedere ai ricchi e ai garantiti – non pochi nella città – non soltanto alimenti ma anche denaro. Certo i gesti per estrarlo e passarlo a chi ne è privo richiedono un certo esercizio della mente, del braccio e della mano, ma la Fondazione Lucana Antiusura osa dichiarare che non c’è atletismo migliore per sgonfiare la paura del futuro, l’ossessione dell’avarizia e le circuizioni dei propinqui.
Basilio Gavazzeni
 

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