La forestazione che vogliamo: moderna e produttiva
I segretari generali di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil di Basilicata, Antonio Lapadula, Vincenzo Esposito e Gerardo Nardiello, sollecitano la giunta regionale ad attivare in tempi brevi un tavolo permanente di confronto sul futuro della forestazione lucana e ad aprire la discussione sul piano triennale 2013-2105. Lo fanno a ridosso della conferenza nazionale di Roma nel corso della quale Fai, Flai e Uila hanno presentato, alla presenza del ministro dell’Agricoltura, Mario Catania, la piattaforma con le proposte del sindacato per una forestazione moderna e produttiva. “Le foreste italiane – si legge nel documento congiunto – rappresentano un bene primario essenziale e irrinunciabile. Un immenso patrimonio che a causa della cattiva gestione, invece di generare sviluppo e lavoro produttivo, suscita sprechi e parassitismi”.
Per i sindacati “tale situazione è frutto di scelte poco ponderate che hanno prodotto una disarticolata governance con attribuzione di ruoli e poteri non propria di una pianificazione imprenditoriale, ma stratificata dalle sovrapposizioni che nel tempo sono state generate dalle alterne stagioni politiche” e che hanno determinato “la mancanza di una diffusa consapevolezza dell’immenso valore che le foreste italiane rappresentano in termini socio-economici, ambientali, paesaggistici, di difesa e tutela del territorio”. I segretari lucani di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil, nel fare propria la proposta elaborata dalle segreterie nazionali, intendono avviare un confronto con le istituzioni locali con l’obiettivo di “ridisegnare il sistema regionale della forestazione improntandola a criteri di efficienza ed efficacia”.
Per Lapadula, Esposito e Nardiello “è necessario tornare allo spirito originario della legge regionale 42 del ’98 e sottrarre così il settore alla logica degli interventi emergenziali e dei piani stralcio. Senza una programmazione di lungo periodo e la piena integrazione in una logica di filiera ambientale ed energetica, che preveda il coinvolgimento anche del privato, la forestazione non potrà diventare risorsa per un nuovo modello di sviluppo fondato sul rispetto degli eco-sistemi e la valorizzazione delle risorse naturali. La forestazione che vogliamo non è assistenzialismo, ma un’opportunità di crescita per il tessuto economico e sociale della regione, una forestazione moderna e produttiva che parta dalla valorizzazione delle professionalità e del lavoro forestale”.