La forza di un ‘sogno’ chiamato Destra
I 17 anni di “epopea” Berlusconiana hanno lasciato un segno profondo nel cuore del popolo Italiano. In particolare, durante questi quattro lustri, è cambiato radicalmente l’approccio mentale di sentirsi uomini e donne di Destra. Categorie una volta inconfutabili come Legalità,Unità Nazionale,Popolo, Territorio,militanza,meritocrazia; nonché lezioni etiche di memoria Kantiana come “la Legge Morale dentro di me” – epitaffio celebre, sulla tomba del filosofo tedesco- hanno trovato, con Silvio Berlusconi la loro definitiva, e per certi versi tragica, messa in discussione.
Il Potere Politico o, come diceva Pinuccio Tatarella, i “Poteri Forti”, e la possibilità che un sogno chiamato Governo si realizzasse, dopo aver subito per decenni le umiliazioni del “cordone sanitario”, hanno reso vulnerabili le coscienze degli uomini di Fiuggi i quali, posti al cospetto delle tentazioni materiali e terrene, hanno allargato i perimetri della tollerabilità, di fronte alla condotta morale ed i princìpi, dei quali, fino al 1994, erano stati strenui difensori.
Non è stato comunque così per tutti. Alcuni hanno saputo valorizzare le esperienze Amministrative ed Istituzionali, per cercare di rompere il muro del pregiudizio che obnubilava l’area post-missina; compiendo significativi passi in favore della affermazione della Democrazia, allargando così l’offerta politica negli avvicendamenti governativi. L’assenza di intellettuali e pensatori di area-
salvo eccezioni che si contano su un palmo di mano- che accanto a politici e Statisti hanno da sempre rafforzato i partiti, cementandone l’elettorato,ha reso comunque sempre difficile e ad ostacoli il percorso della Destra in Italia.
E’ proprio sul fattore culturale che a mio avviso una nuova Destra deve indirizzare tutti gli investimenti possibili, per non correre in un futuro non lontano, il rischio di estinzione o, peggio ancora,per evitare di diventare i latori di tradizioni o messaggi,diversi da quelli per cui siamo venuti al mondo. Ed è proprio l’assenza di guide intellettuali contemporanee e viventi, ad occupare una triste centralità nel nostro mondo, consegnandoci inevitabilmente alla diaspora alla quale stiamo assistendo. Gli intellettuali non sono di Destra perché – diceva il sociologo francese Raymond Boudon – “non amano le regole”. Questa la nuova sfida ideologica a cui siamo chiamati! Dobbiamo, proprio facendo tesoro dei 17 anni del Cavaliere, sovvertire questa convinzione, affermando invece che proprio l’assenza di regole mette a rischio una Democrazia che vuol dirsi compiuta. Una Democrazia deve affermare il senso di Libertà per tutti, senza concedere deroghe, tanto ai cittadini, quanto a chi governa.
Il nostro territorio lucano, come l’Italia, merita in proposito una particolare attenzione, proprio in ragione dei concetti appena espressi; soffriamo di patologie politiche, provocate dalla incapacità di offrire alternative democratiche e programmatiche, e di una inquietante “Sindrome di Stoccolma” verso la classe partitica che, ininterrottamente,pilota dal 1970 la Basilicata e la città di Matera.
Il mio sogno nel cassetto è quello di vedere riunirsi attorno ad un unico tavolo, od una sola bandiera, tutte le eccellenze della Destra lucana e materana, magari per dibattere sui possibili destini di una terra, che vedo sempre più avviata verso quel drammatico progetto che John Stuart Mill battezzò come “Distopia”.
Dobbiamo prendere consapevolezza nelle capacità di Noi stessi, valorizzando il lascito di Pinuccio Tatarella, onde concepire una idea diversa e moderata di porsi al centro della scena politica, senza rinunciare ai cardini statutari della nostra storia.
A Matera, e non solo, tante sono le esperienze politiche e culturali del mondo della Destra; esperienze che spesso per arrendevolezza,ora vivono nell’ombra. Altre invece potrebbero riscattarsi, prendendo decisioni importanti nella scelta della identità partitica a cui prestare opera e servizi.
Esperienze importanti come Emilio Nicola Buccico,uomo di indubbio pedigree culturale che, accompagnato da dirigenti più saggi e competenti, avrebbe potuto fare davvero la differenza, segnando definitivamente una linea di confine con il passato. La Destra locale invece, quella Destra moderna, industriale e confezionata; quella Destra in abito scuro e doppiopetto;quella falsa Destra; ha spianato la strada all’ “eterno ritorno dell’uguale” – direbbe Nietzsche- archiviando quella esperienza amministrativa, rinviandola a chissà quale epoca.
Dobbiamo – lo ripeto con forza, perché è giusto che i giovani urlino – sederci e ritrovarci tutti assieme, in quanto, come ha scritto Vincenzo Maida, l’attuale centrodestra lucano, quello del PDL, è incapace di proporsi come reale alternativa ad un centrosinistra sornione, che è al tempo stesso Maggioranza ed Opposizione.
Giuseppe Olivieri- Segretario Cittadino FLI Matera