La Goccia di Azuma è della comunità materana
L’opera di Kengiro Azuma “MU 765 G”, più nota come “La Goccia”, grazie all’impegno della Regione Basilicata appartiene alla comunità materana. I principali attori di questa ‘conquista’ per il patrimonio artistico, culturale e turistico della città dei Sassi si sono incontrati, questa mattina nella sala Levi di Palazzo Lanfranchi, per analizzare le modalità con cui il bene sarà gestito, promosso, valorizzato e curato. Alla riunione hanno preso parte la soprintendente ai Beni Storico Artistici ed Etnoantropologici Marta Ragazzino, in rappresentanza della Regione Basilicata la dirigente dell’ufficio Autorità di Gestione del Por Basilicata 2000-2006 e del Po Fesr 2007 Patrizia Minardi, il presidente della Fondazione Zétema Raffello de Ruggieri, il presidente del Circolo La Scaletta Giorgio Corazza e l’artista Kengiro Azuma, ritornato per l’occasione a Matera. Tema dell’incontro: stabilire i passi da compiere per la definitiva collocazione, dopo i pareri e le autorizzazioni della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici e del Comune, de La Goccia. Opera che attualmente è esposta in piazza Ridola e che è di proprietà della Regione Basilicata. Ente che ne detiene anche il possesso, mentre la Fondazione Zétema, ente titolare del Museo Musma, ne curerà, oltre la salvaguardia e la custodia, l’esposizione per accrescere in tal modo la capacità attrattiva e potenziare l’offerta turismo-culturale di tutta la città di Matera.
Felice di essere nuovamente a Matera, l’artista giapponese ha affermato di voler scrivere un breve testo in cui spiegherà cos’è La Goccia: “l’arte non è così immediata come possono esserlo le parole, voglio lasciarvi un mio scritto – ha detto Azuma – in cui vi racconterò la genesi de La Goccia perché possiate meglio comunicare cos’è e perché è così intrinsecamente legata alla vostra bella città”.
Scheda dell’opera d’arte La Goccia
Creata da Kengiro Azuma, l’opera d’arte denominata “MU 765 G” (La Goccia) è una scultura contemporanea in bronzo. Le sue dimensioni sono: altezza 320 centimetri – diametro 160 centimetri. Il peso è di 10 quintali. La scultura è una forma simbolica in cui l’idea è la vita stessa, nel suo scorrere e nel suo definirsi in sostanza fisica. Raccoglie i motivi fondamentali dell’esistenza e l’ansia di giungere dal fenomeno dell’assoluto. L’opera esprime il ritmo perenne del ciclo della vita, rappresentato da una goccia d’acqua che, dopo aver fertilizzato la terra, si fa vapore acqueo e nuvola per ritornare goccia irroratrice. La perennità di tale ciclo è metafora della perennità della vicenda umana di Matera.