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La moratoria sul petrolio non è una vergogna

Per quanto possa sforzarmi, pur nella consapevolezza che su ogni questione sono legittimi e possibili diversi punti di vista, non riesco proprio a capire perché la moratoria sul petrolio in Basilicata, decisa all’unanimità dal Consiglio Regionale, con un voto di tutte le forze da destra a sinistra, possa essere definita una vergogna.

Non l’ho compreso nei giorni immediatamente successivi, quando le compagnie petrolifere, per bocca di propri alti esponenti, si sono sforzate di spiegare le proprie ragioni sui giornali, quasi con la pretesa di dettare una linea; e ancor meno lo capisco oggi quando, qualche esponente politico, sembra lasciarsi vincere da quelle ragioni.

Il sen. Guido Viceconte, per fare nomi e cognomi, parla quasi di accordi traditi accusando i lucani di voler buttare a mare un memorandum sottoscritto ormai un paio di anni fa e al quale il governo nazionale, anche quello di cui lo stesso Viceconte faceva parte, ha tardato a dare seguito, ma sa perfettamente che moratoria e memorandum sono due partite diverse. Il capogruppo del Pdl in consiglio Regionale, Nicola Pagliuca, accusa di Farsa chi difende la scelta che anche lui, con il suo voto, ha fatto in Consiglio Regionale appena un mese fa prima che nell’ordine le compagnie e il suo segretario regionale intervenissero a modificare la linea. E qui c’è tanto da ragionarci, tanto su ciò che appare quanto su ciò che traspare.

Innanzitutto bisogna ribadire che la “moratoria” non è in realtà una vera moratoria. Infatti non vengono sospese le attività petrolifere, ma semplicemente si decide di non farle aumentare in modo esponenziale come stava prefigurando il numero di nuove istanze di prospezione e ricerca che venivano depositate. Con quella che, comunque, viene definita “la Moratoria” la Basilicata ha scelto semplicemente di non affidare tutto il proprio destino al petrolio, esattamente come mai lo avrebbe affidato interamente all’automotive, ai salotti e via via anche al turismo, all’agroindustria o all’agricoltura. Non si tratta di essersi resi conto ora che le attività estrattive sono dannose, ma, per un verso, di aver sempre saputo che ogni attività lascia una propria impronta ecologica (e quella del petrolio è evidente) e non bisogna, nel complesso superare una soglia di sostenibilità, per un altro di prendere atto che il sistema economico lucano non può essere monosettoriale, esponendosi ai rischi, i problemi e le incognite di un solo settore, qualunque esso sia.

E qui siamo alle cose che si vedono in trasparenza. Perché per ciò che appare, per ciò che è scritto e ciò che si è detto, il “memorandum” sottoscritto da Regione e Governo nazionale prevedeva un riconoscimento in termini di iniziative di sviluppo per la Basilicata in cambio di un aumento dell’attività estrattiva delle concessioni già in essere, ossia quelle che sono state fatte salve dal provvedimento adottato all’unanimità dal Consiglio regionale lucano. Moratoria e memorandum, insomma, sono fatte per coesistere, a meno che….

A meno che qualcuno non abbia pensato di interpretare il Memorandum come un grimaldello per aprire le porte ad attività estrattive in ogni luogo e di ogni tipo in Basilicata. E questa (mi auguro malevola) ipotesi ben si accorderebbe anche con la corsa da parte di compagnie petrolifere a presentare nuove istanze (ne sono giunte anche quattro alla settimana), quasi in una gara finalizzata a ricadere sotto l’ombrello del memorandum che, però, di queste questioni non si occupava affatto.

Il Consiglio regionale di Basilicata, facendo propria all’unanimità una proposta del presidente Vito De Filippo, si è voluto opporre proprio a questi rischi.

Il Memorandum riguarda le sole concessioni in essere e, se si vuole, può andare avanti. La Basilicata è la terra di Orazio, di Pagano, la terra dei formaggi e dei salumi, dei fagioli e dei Peperoni, delle spiagge dorate joniche e di quelle tirreniche, dei vini doc e delle acque minerali, di eccellenze tecnologiche, dell’agricoltura e delle automobili, in un elenco che include anche il petrolio, ma non solo il petrolio.

E’ quello che abbiamo voluto dire a tutti. Sarebbe il caso che tutti lo capiscano, ma è auspicabile almeno che lo tengano ben chiaro tutti i lucani. Cambiare idea è sempre possibile, ma logica e, in questo caso, soprattutto trasparenza vorrebbero che chi lo fa innanzitutto ne spieghi il perché.

Pasquale Robortella – Segreteria Consigliere Regionale

 

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